
Il Liaoning copre la parte meridionale della regione della Cina nordorientale chiamata Manciuria, un’area originaria dell’ultima dinastia imperiale, per l’appunto Mancese. Questa zona fu sotto il controllo giapponese negli anni tra il 1931 e il 1945 attraverso uno stato fantoccio chiamato Manchukuo e formalmente guidato dall’ultimo imperatore Pu Yi, così come tratteggiato anche nel celebre film di Bertolucci. Per questa ragione nel Liaoning si è sviluppata la prima industria del paese e allo stesso tempo si sono mantenuti forti legami col Giappone, anche grazie alla vicinanza geografica e a precise politiche volte ad attrarre capitali nipponici.
Oggi alla guida della provincia si trova il sessantacinquenne Wang Min, caratterizzato da una forte preparazione accademica in ambito ingegneristico e la mancanza di una chiara affiliazione ad una fazione o l’altra. Il segretario provinciale è considerato favorevole al settore privato, agli investimenti e al commercio estero e alla riforma delle imprese di Stato, ancora molto rilevanti nell’economia del Liaoning. In carica dal 2009, Wang Min dal 2007 è membro del Comitato Centrale del Partito, ovvero l’organo che racchiude i circa 200 principali politici del paese. Sebbene in passato Wang Min sia stato indicato come possibile candidato per posizioni di vertice nel governo cinese, al momento non è ancora riuscito a scalare posizioni nella leadership nazionale e potrebbe presto essere ostacolato da limiti d’età, che in Cina si aggirano attorno ai settant’anni. Senza considerare Chen Zhengao, attuale ministro per le Politiche abitative e per lo Sviluppo urbano e rurale, si può rilevare come siano passati per il Liaoning alcuni dei più importanti politici nazionali.
Primo fra tutti vi è l’attuale capo del governo e numero 2 del Partito Comunista Li Keqiang, che è stato capo del Partito nel Liaoning nel periodo 2004-2007, una fase in cui ha promosso il lancio, da parte del governo nazionale, di politiche di sviluppo provinciale favorevoli al Liaoning, quali ad esempio il Piano di rivitalizzazione del Nord Est, oggetto nel 2014 di una riconferma per la quale lo stesso Li si è speso molto.
Un vero e proprio “terremoto” nella politica del Liaoning è stato causato dalla lunga esperienza di governo di Bo Xilai. L’ormai decaduto ex leader di Chongqing è stato sindaco della città portuale di Dalian nel periodo 1993-2000 e governatore provinciale fra il 2001 e il 2004, quando poi divenne ministro del Commercio. In questo periodo Bo Xilai ha fortemente promosso l’afflusso di capitali giapponesi e la crescita del settore finanziario, a livelli tali che la città si proclama con orgoglio l’Hong Kong del Nord e dal 2007 ospita, in alternanza con Tianjin, la sessione estiva dedicata ai paesi emergenti del World Economic Forum. Un terzo soggetto di rilievo nazionale passato per il Liaoning è Sun Chunlan, nuovo Direttore del Dipartimento del Fronte Unito (un importante organo che tiene i rapporti con chi non è membro del Pcc) e guida fino al 31 dicembre 2014 del partito di Tianjin. Sun è considerata in ascesa, con la possibilità di diventare nel 2017 la prima donna ad entrare fra i 7 membri del ristretto comitato permanente del Politburo, il cuore del Pcc. Nella sua carriera ha ricoperto il ruolo di Sindaco di Dalian subito dopo Bo, ottenendo consensi per la discrezione con la quale ha gestito gli alleati dell’ex ministro del Commercio, una qualità di grande valore in tempi di “caccia alle tigri e alle mosche”, come viene definita la campagna anti-corruzione del Presidente Xi Jinping.
Il Liaoning dunque è una provincia con forti legami con il governo centrale che potranno garantire specifiche attenzioni in termini di allocazione di fondi e di politiche favorevoli. Questo elemento potrebbe risultare determinante nella complessa questione della gestione dei piani di rilancio della crescita provinciale, un dato che preoccupa gli analisti per la forte crisi in tutto il Nord Est di un settore una volta considerato trainante come quello edilizio.
Filippo Fasulo, ISPI Research Assistant