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L'impresa: intervista a Luca Forte di Eldor Corporation

Friday, 30 January, 2015
Asia

“Focus Cina” intervista ogni mese un imprenditore italiano che ha avviato un’attività nelle province cinesi. In questo numero abbiamo contattato il Board member e Corporate Supply Chain Director di Eldor Corporation Luca Forte. Eldor Corporation è una multinazionale fondata a Orsenigo (CO) nel 1972, leader del settore Automotive e fornitore delle principali case automobilistiche mondiali. Eldor è all’avanguardia in ricerca, sviluppo e produzione di sistemi di accensione, centraline elettroniche, bobine ABS e sistemi completi per veicoli ibridi ed elettrici. Nel 2012 ha realizzato a Dalian uno stabilimento produttivo, Eldor Automotive Powertrain (Dalian) Co., Ltd.

Avete stabilimenti in Italia, Turchia, Cina e Brasile, oltre a uffici tecnici in Usa e Germania. Cosa producete in sede e cosa avete destinato allo stabilimento cinese?

Noi ci occupiamo di prodotti di alta tecnologia per il funzionamento del motore, soprattutto per quanto riguarda il miglioramento delle performance del veicolo anche in termini di riduzione delle emissioni. Quello che facciamo in Cina è produrre le stesse cose che produciamo su altri mercati con l’obiettivo di rivolgerci al mercato interno cinese. Abbiamo mantenuto la fase di ricerca e sviluppo in Italia e inseriamo nella linea di produzione all’estero le tecnologie che abbiamo sviluppato.

Come è nata la scelta di andare in Cina?

Siamo sempre stati legati alla Cina grazie a rapporti di partnership.

Poi, nel biennio 2005-6 abbiamo analizzato la crescita cinese nel mercato automobilistico, evidenziando l’esigenza di risolvere il problema delle emissioni. Così nel 2008 abbiamo aperto un ufficio tecnico nella zona di Shanghai per conoscere il mercato locale e le sue regole del gioco, anche in tema di gestione delle risorse umane. Dopo questa esperienza positiva, nel 2011 abbiamo deciso di aprire un insediamento industriale produttivo, la cui costruzione è cominciata nel 2012 per avviare la produzione nel 2013.

Perchè Dalian e il Liaoning come sede della vostra azienda?

Il Liaoning è stata una scelta economica, industriale e sociale. Dalian è una città vivace, primo porto nel Nord Est della Cina, dove si trovano molte aziende coreane e giapponesi che hanno portato una cultura aperta e internazionale. Un altro fattore determinante è stato che alcuni dei nostri clienti principali si trovavano già a Dalian. Inoltre è molto vicina anche la città di Changhchun (ndr. capoluogo della provincia nordorientale del Jilin), un’area dove si trovano molte industrie di autoveicoli. La posizione di Dalian, poi, è senza dubbio strategica, vista la vicinanza a Pechino e a Shanghai, raggiungibili con circa un’ora di aereo. Dalian si è rivelata una scelta vincente anche per la qualità della vita da offrire ai nostri dipendenti, grazie al fatto che la città è pulita, non c’è l’inquinamento che si trova a Pechino e gli italiani che ci vivono sono contenti.

Quali difficoltà avete incontrato all’ingresso nel mercato?

A dir la verità, diversamente dalle aspettative che avevamo quando abbiamo cominciato a considerare un investimento in Cina, devo affermare che non abbiamo dovuto affrontare alcuna difficoltà. Per evitare problemi di rapporto con partner locali abbiamo scelto di non fare una Joint Venture, ma di aprire una azienda di proprietà interamente italiana con un grosso investimento di circa 50 milioni di euro. Siamo stati piacevolmente sorpresi dalla capacità dei governi locali di facilitarci l’apprendimento delle regole richieste a chi investe nel Liaoning. Abbiamo avuto davvero molto supporto e il personale è sempre stato estremamente professionale e preparato. Per quanto riguarda il problema della lingua, noi abbiamo scelto di assumere anche ragazzi cinesi che hanno studiato con profitto nelle università italiane e che hanno l’intenzione di rientrare in patria. Dopo un anno di training in Italia li mandiamo a Dalian a lavorare come cuscino fra italiani e cinesi.

Ripetereste ancora la scelta di andare a Dalian?

Sì, siamo molto contenti. Abbiamo apprezzato la serietà e la competenza dei governi locali. In aggiunta qui ci sono anche altre aziende italiane con le quali è possibile creare dei buoni rapporti.

Cosa consigliereste ad una azienda italiana che sta valutando di investire nel Liaoning?

Il primo suggerimento è sicuramente quello di cercare di appoggiarsi a istituzioni che conoscano la cultura cinese e la provincia del Liaoning. Ad esempio la Fondazione Italia Cina ci ha molto aiutati nella fase di preparazione del nostro investimento, mentre l’Ambasciata italiana a Pechino è stata di supporto per intrattenere le relazioni con i politici locali. Non vanno dimenticate le banche locali che sono un veicolo importante per investire in Cina. Inoltre è opportuno studiare la cultura locale per favorire l’integrazione, tenendo presente che oggi i cinesi sono un popolo molto attento alla qualità e con un grande interesse a risolvere problemi quali l’inquinamento. I cinesi che si incontrano quando si investe in Cina sono persone di cultura che possono contribuire alla nascita di nuove idee.

 

Filippo Fasulo, ISPI Research Assistant

Tag: 
Liaoning
l'impresa
l'intervista
Categoria: 
Cina nord-orientale

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