Finito il percorso di studi, spesso ci si chiede quali passi compiere per poter avvicinarsi al mondo delle ONG. In realtà, non esistono sentieri predeterminati e certi: è indispensabile possedere una laurea, anche triennale, e se indubbiamente Scienze Politiche resta la facoltà regina nel mondo delle relazioni internazionali, anche professionisti altamente specializzati quali agronomi ed economisti sono sempre molto richiesti. Cosa fare dunque una volta conseguito il titolo di studio?
Ce ne parla in quest’intervista Lorenzo Nasi, ricercatore presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Siena, incontrato in occasione della scorsa edizione di GLOBE, la giornata di orientamento alle carriere internazionali promossa dall’ISPI e che si è tenuta proprio nella cittadina toscana. Come ci spiega Lorenzo, un primo passo importante per intraprendere un cammino professionale nel mondo delle ONG può essere un esperienza di volontariato, in Italia o all’estero. Lavorare in Italia significa collaborare con gli stake-holders ed essere impegnati principalmente a livello logistico-amministrativo. Viceversa, all’estero si lavora direttamente sul campo, a stretto contatto con gli stessi beneficiari della progettazione. Un’esperienza di volontariato è utile tanto ai recrutatori, per acquisire giovani già parzialmente formati, quanto agli stessi volontari, per capire la propria spinta emotiva e motivazionale, il binomio di caratteristiche più importante per chi sceglie la cooperazione.