La settimana appena trascorsa ha visto arrivare segnali confortanti (anche se parziali) dall’economia italiana. La produzione industriale sembra essere in ripresa, grazie soprattutto ai settori manifatturieri più votati all’export; inoltre, i dati definitivi dell’ISTAT hanno certificato che la recessione nel 2020 è stata leggermente inferiore a quanto previsto (il calo del Pil si è fermato a -8,9%), mentre deficit e debito hanno raggiunto rispettivamente il 9,5% e il 155,6% del Pil. I numeri sulla performance italiana si inseriscono in un quadro in miglioramento anche a livello europeo, dove è la “locomotiva” Germania (come sempre) a trainare la ripresa grazie al proprio settore manifatturiero. I segnali di fiducia però non si esauriscono qui, se pensiamo anche alla recente apertura di Joe Biden sull’introduzione di una “web tax” a livello globale: la strada è ancora lunga e faticosa, ma ora ci sono le premesse per attivare un dialogo multilaterale più promettente. È la Cina, tuttavia, a essere l’attore più lungimirante, come dimostra l'annuale riunione del parlamento in corso a Pechino, le cosiddette "Due Sessioni" cui spetta il compito di varare il quattordicesimo Piano Quinquennale: un documento di alto valore strategico che confermerà l’ambizione della Repubblica Popolare di completare il proprio percorso di “modernizzazione” entro il 2035. Senza dimenticare l’integrazione economica con il resto dell’Asia-Pacifico, come testimonia la recente adesione della Cina al mega-accordo commerciale RCEP. Nel frattempo, la digitalizzazione continua a essere la via maestra su cui impostare la ripresa: come far fronte ai crescenti volumi di merci scambiati a livello globale? Le tecnologie digitali serviranno a modernizzare i porti di tutto il mondo, portando a una maggiore efficienza e alla riduzione dei costi. Tuttavia, per sfruttare al meglio il potenziale offerto dai mari e dalla navigazione, non ci si dovrà dimenticare di tutelare gli oceani, per far sì che la “recovery” sia anche “blue”. Si parla di tutto questo nell’ISPI Global Watch dedicato alla Geoeconomia del coronavirus di questa settimana. Ma c'è di più, partendo dalla Lombardia, “motore” economico del Paese che però fatica a riattivarsi anche a causa dell’imminente terza ondata pandemica. E allargando lo sguardo ad altri settori fondamentali per l’economia italiana e del Mediterraneo, come il turismo. Infine, restando nell’area, un focus sul Libano, Paese piccolo ma importante a livello geopolitico che, a un anno di distanza dal default sul debito, ancora stenta a imboccare la via della stabilità e della ripresa.