Storia del G20, un paese alla volta: Germania
Skip to main content

Search form

  • INSTITUTE
  • CLERICI PALACE
  • CONTACT US
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • INSTITUTE
  • CLERICI PALACE
  • CONTACT US
  • MEDMED
  • Home
  • RESEARCH
    • CENTRES
    • Asia
    • Digitalisation and Cybersecurity
    • Europe and Global Governance
    • Business Scenarios
    • Middle East and North Africa
    • Radicalization and International Terrorism
    • Russia, Caucasus and Central Asia
    • Infrastructure
    • PROGRAMMES
    • Africa
    • Energy Security
    • Global cities
    • Latin America
    • Migration
    • Religions and International Relations
    • Transatlantic Relations
  • ISPI SCHOOL
  • Publications
  • EVENTS
  • CORPORATE PROGRAMME
    • about us
    • Closed-door meetings
    • Scenario Conferences
    • Members
    • Executive Education
  • EXPERTS

  • Home
  • RESEARCH
    • CENTRES
    • Asia
    • Digitalisation and Cybersecurity
    • Europe and Global Governance
    • Business Scenarios
    • Middle East and North Africa
    • Radicalization and International Terrorism
    • Russia, Caucasus and Central Asia
    • Infrastructure
    • PROGRAMMES
    • Africa
    • Energy Security
    • Global cities
    • Latin America
    • Migration
    • Religions and International Relations
    • Transatlantic Relations
  • ISPI SCHOOL
  • Publications
  • EVENTS
  • CORPORATE PROGRAMME
    • about us
    • Closed-door meetings
    • Scenario Conferences
    • Members
    • Executive Education
  • EXPERTS
La rubrica

Storia del G20, un paese alla volta: Germania

Alberto Guidi
04 June 2021

La Germania può essere considerata la culla del G20. Si può infatti far risalire la nascita formale del gruppo dei 20 al comunicato finale dei Ministri delle Finanze del G7 al vertice di Colonia del 18 giugno 1999. In quell’occasione sancirono l'impegno a lavorare insieme per stabilire un “meccanismo informale di dialogo tra paesi di importanza sistemica, nel quadro del sistema istituzionale di Bretton Woods”. Nello stesso anno, a Berlino, si tenne la prima riunione ufficiale del neonato G20.

 

Il ruolo della Germania nell’evoluzione del G20

L’influenza della Germania sulla storia del G20 non si è però limitata alla sua genesi. Il paese ha infatti presieduto la presidenza del Gruppo nel 2017, contribuendo fortemente all’evoluzione delle sue aree di competenza. Il G20 a guida tedesca fu infatti il primo ad ospitare una riunione dei Ministri degli affari digitali, sottolineando l’attenzione speciale rivolta alle questioni relative alla diffusione della tecnologia digitale.

Ancora più interessante, specialmente alla luce degli eventi dell’ultimo anno, fu il fatto che proprio durante la presidenza tedesca, si tenne la prima riunione di sempre dei Ministri della salute nel contesto del G20, con annesso esercizio di simulazione delle crisi sanitarie insieme al direttore generale dell’OMS.

La crisi di Ebola in Africa occidentale durante il biennio 2014-2016 aveva dimostrato i rischi per lo sviluppo e l’economia globale legati allo scoppio di una malattia trasmissibile. Il tema della salute era quindi considerato come prioritario dal G20 tedesco, che decise di porre un focus specifico sulla prevenzione e la gestione delle pandemie. La sua inclusione nell'agenda del G20 era stata avviata con una riunione nel dicembre 2016 dal titolo "Agire contro le minacce sanitarie - Il mondo è meglio preparato?". Più di 100 esperti sanitari provenienti dai paesi del G20, dalle organizzazioni internazionali, dall'industria, e dalla società civile si riunirono per condividere le loro opinioni sulle lezioni apprese dalla crisi di Ebola e sulle priorità per la gestione futura delle crisi sanitarie.

Ci fu consenso reciproco sulla insufficiente preparazione globale ad affrontare le future minacce sanitarie e sulla necessità di un rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali e del ruolo dell’OMS nella gestione delle crisi sanitarie globali.

 

Una presidenza di difficile gestione

Il G20 tedesco viene però anche ricordato in quanto primo G20 da quando Donald Trump divenne presidente degli USA. Una presenza riflessa in molto passaggi del comunicato finale, che ad esempio presentava un paragrafo dedicato alla posizione divergente degli Stati Uniti nella lotta al cambiamento climatico. Mentre gli altri 19 partecipanti avevano accettato di attenersi pienamente all'accordo di Parigi, chiarendo inequivocabilmente la sua irreversibilità, gli Stati Uniti se ne tiravano fuori. Dopo la fine del summit, inoltre, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan annunciò che il suo paese non avrebbe ratificato l'accordo di Parigi.

Un dossier altrettanto complicato per la presidenza tedesca fu quello sul commercio internazionale. Da un lato il comunicato finale pose nuova enfasi sulla necessità di mantenere aperti i mercati e gli accordi commerciali reciproci e non discriminatori nei confronti dei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, rimase il disaccordo riguardo alla produzione e al commercio dell’acciaio. Il G20 si limitò a commissionare un rapporto sulle sovraccapacità di acciaio entro novembre 2017, per evitare che Trump ponesse dazi antidumping sui produttori di acciaio in Cina e in Europa.

Di fronte a queste difficoltà la Germania riuscì però anche ad incassare un importante successo diplomatico per il proprio G20. Proprio in occasione di questo si tenne infatti il primo incontro tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin che raggiunsero in quell’occasione un parziale accordo di cessate il fuoco nel sud-ovest della Siria.

 

L’impegno nella lotta contro la pandemia

L’impegno della Germania contro le emergenze sanitarie, nella cornice del G20, è risultato evidente anche nell’edizione dello scorso anno e in quella attuale. A margine dei lavori conclusivi del G20 saudita, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha sollevato preoccupazioni circa l'accesso dei più poveri ai vaccini Covid-19, considerando i progressi come troppo lenti. La cancelliera ha quindi esortato i leader degli altri paesi a una maggiore generosità per soddisfare i bisogni economici delle nazioni più povere per accedere ai vaccini.

In occasione del Global Health Summit dello scorso 21 maggio organizzato dalla presidenza italiana del G20, Merkel ha promesso una donazione di 100 milioni di euro all’ACT-Accelerator, il programma di collaborazione globale per sviluppare, produrre e distribuire in modo equo i test, i trattamenti e i vaccini per il Covid-19. Cifra che si va ad aggiungere ai 2,1 miliardi di euro già donati, che fanno della Germania il secondo maggior donatore, dietro gli Stati Uniti. Inoltre il paese fornirà ulteriori 30 milioni di dosi di vaccino per i paesi più poveri entro la fine dell'anno.

 
Verso il G20

GET OUR UPDATES

SUBSCRIBE TO NEWSLETTER

About ISPI - Work with us - Experts - Contact - For Media - Privacy

ISPI (Italian Institute for International Political Studies) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milan) - P.IVA IT02141980157