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Il mondo in tasca

Guerra del gas: l'Ue a piccoli passi

09 September 2022

Tegola per tegola

Un primo sì al tetto sul gas ma non (ancora) sul gas russo. Questo quanto emerso al Consiglio di oggi dei Ministri dell’Energia europei. La Commissione viene così chiamata a redigere la sua proposta da presentare entro la metà del mese, e da votare nella migliore delle ipotesi a ottobre. Insomma, un piccolo passo avanti, e solo sulla proposta di tetto meno divisiva. Ma non ci si attendeva altro.  

Il vertice di oggi era solo l’inizio di una mediazione che si preannuncia ancora lunga tra le diverse posizioni degli Stati membri. Tra chi non vorrebbe alcun tetto (Germania), chi (Francia) lo vorrebbe solo sul gas russo e quei Paesi (tra cui l’Italia) che lo chiedono per tutte le importazioni di gas europee. 

Consiglio per gli acquisti

Oltre al tetto sul prezzo del gas, gli Stati membri hanno dato mandato a Bruxelles di presentare almeno tre proposte per dare respiro a imprese e consumatori schiacciati dai prezzi dell’energia. In primis, un meccanismo per proteggere le famiglie dal caro bolletta, trasferendo fondi ottenuti imponendo un limite (probabilmente di 200 euro/ megawattora) alle rendite dei produttori di energia non derivata dal gas. 

Produttori che verrebbero poi ricompensati con “strumenti di liquidità di emergenza” per combattere la volatilità dei mercati dell’energia. A cui si aggiunge la richiesta di una estensione e ampliamento del quadro sugli aiuti di stato europei fino al 31 dicembre 2023. 

Mors tua vita mea

Non è solo l’Europa a soffrire per questa crisi. I principali importatori di energia al mondo hanno visto un peggioramento della propria bilancia commerciale causato dai prezzi record del gas. È il caso del Sudafrica e dell’India, la cui spesa per le importazioni è aumentata del 50% dall’inizio della guerra, rispetto allo stesso periodo del 2021. 

A vantaggio dei Paesi esportatori di energia: su base annua riceveranno complessivamente oltre 1000 miliardi di dollari in più di quanto guadagnavano negli anni scorsi. Pensiamo all’Arabia Saudita, il cui valore delle esportazioni è ora il doppio (40 miliardi di dollari al mese) della sua media negli ultimi 5 anni. Stesso discorso per Australia, Indonesia o Norvegia, le cui esportazioni di gas sono quadruplicate in valore da 12 mesi a questa parte. 

Il tetto sui prezzi del gas sarà apprezzato anche fuori dall’Ue? 

 

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