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Il regno di Carlo terzo

Regno Unito: sulle spalle di Carlo III il futuro della monarchia

Marco Varvello
12 September 2022

Avevamo tutti ormai pensato che fosse eterna, invece non lo era nemmeno la Regina Elisabetta II. Dopo la sua morte la storia corre veloce, sul trono d’Inghilterra siede già un nuovo re. E, in parallelo con il programma di lutto e cordoglio per la Regina scomparsa, l’agenda di Carlo III è fitta di impegni istituzionali.

 

Ambientalismo e semplificazione a Buckingham Palace?

Domanda legittima già ora dunque: che regno sarà il suo? Rispetto ad altre successioni, nel caso di Carlo si possono già rintracciare alcune linee costanti, considerato da quanto tempo si è preparato a questo ruolo. Il principe ambientalista, antesignano di battaglie ecologiste che poi sono diventate patrimonio comune, che fossero l’agricoltura biologica o la lotta al riscaldamento globale, oppure ancora le battaglie contro tanti scempi dell’architettura contemporanea. Passioni che lo hanno spinto in passato a esprimersi pubblicamente o privatamente con lettere a ministri e deputati, tanto da essere criticato per il suo interventismo. Ebbene, ora dovrà mettere da parte tutto questo. Il suo ruolo richiede di essere imparziale arbitro della vita pubblica e istituzionale del Regno Unito. Questa ispirazione ambientalista che l’ha sempre animato rimarrà, anche se sottotraccia, tanto più ora che questi sono temi e obiettivi largamente condivisi.

Si sa poi che da principe era stato fautore di una monarchia più snella, tanto da non avere esitazioni nell'estromettere da ogni impegno ufficiale e privare di onorificenze e gradi militari il fratello Andrea, finito nella storiaccia degli abusi sessuali del suo amico, troppo amico Jeffrey Epstein. Come fuori è stato messo subito il figlio Harry, dopo la clamorosa uscita dalla famiglia reale e il trasferimento in California. Da re, dunque, Carlo continuerà probabilmente questa opera di semplificazione, limitando l’istituto monarchico a se stesso (ovviamente), alla regina consorte, all’erede al trono William e alla moglie Katherine, prontamente nominati principi del Galles, oltre a pochissimi altri membri che ricoprono dignitosamente incarichi ufficiali, dalla principessa Anna al figlio Edoardo e moglie Sophie.

Insomma, una monarchia non certo ‘borghese’ come quelle scandinave, ma meno soggetta alle temperie, agli scandali e al gossip che hanno scosso la famiglia allargata dei Windsor. L’incognita Camilla, detestata e vituperata dai sudditi ai tempi del divorzio di Carlo e poi della morte di Diana, sembra essere ormai risolta con una pacifica riabilitazione collettiva. Non solo perché è evidente che la vera storia d’amore nella vita del nuovo re è sempre stata quella con l’amica e amante giovanile Camilla Shand. Ma anche grazie alla sapienza della Regina Elisabetta, che ha accompagnato l’ingresso della nuova moglie di Carlo nella vita familiare ed istituzionale, sanzionando pochi mesi fa il riconoscimento di Camilla con il proprio sigillo, quando Elisabetta disse: “E’ mio sincero desiderio che diventi regina consorte”.

 

Commonwealth e Regno Unito: dissoluzione all’orizzonte?

Tutto è bene quel che finisce bene? Sul fronte coniugale forse. Ma su quello internazionale e all’interno del Regno le sfide saranno enormi. Riuscirà il nuovo re a mantenere vivo il Commonwealth, l'organizzazione ideata da Churchill che probabilmente è stata il maggiore successo del regno di Elisabetta? Riuscire cioè a mantenere legami, anche leggeri, tra le ex colonie e il Regno, nonostante gli attriti, le tensioni e i risentimenti sacrosanti degli ex colonizzati, nel post colonialismo della dissoluzione dell’Impero? Tuttora, su 56 nazioni aderenti al Commonwealth, 15 riconoscono il monarca inglese come proprio Capo dello Stato. Con Carlo le tendenze centrifughe aumenteranno? Un primo segnale è arrivato subito. Proprio nel giorno della proclamazione del nuovo re, il Premier di Antigua ha preannunciato un referendum per diventare repubblica. Altre nazioni sceglieranno la stessa strada, ripudiando il sovrano? Elisabetta è stata una figura di continuità nei cambiamenti profondi del Dopoguerra e dei decenni successivi. Carlo non ha la stessa storia personale e nemmeno lo stesso carisma.

 Le spinte centrifughe poi sono in agguato anche all’interno del Regno, che rischia di diventare sempre meno unito. Re Carlo III sale al trono nel pieno delle scosse di assestamento del dopo Brexit, che hanno rimesso in discussione l’equilibrio tra le quattro nazioni che formano il Regno. La Scozia non voleva staccarsi dall’Unione europea. Gli scozzesi hanno subito l’esito del referendum del 2016 come una autolesionistica scelta della maggioranza inglese. I suoi governanti, membri dello Scottish National Party, chiedono di nuovo un referendum sull’indipendenza, come nel 2014. L’Ulster poi sta sperimentando le conseguenze negative dell’uscita dall’UE, che ha lasciato le sei contee britanniche del Nordirlanda come un ibrido, mezzo dentro e mezzo fuori. Sono in molti ormai a Belfast a pensare e ad auspicare che alla fine si faccia anche qui un altro referendum, questa volta per l'unificazione con la Repubblica d’Irlanda, quella di Dublino.  

Insomma, scenari da far tremare i polsi, mentre re Carlo ha già una età in cui anche i più accaniti stakanovisti cedono alla pensione. Ma l’adrenalina di essere finalmente arrivato al traguardo lo sostiene brillantemente, come si è visto in queste prime giornate. Il suo regno non potrà essere lungo come quello della madre, e William si è rivelato un giudizioso e rispettato erede al trono. Kate finora non ha sbagliato un colpo, sostenendo brillantemente anche il difficile confronto con l’arrembante nuova arrivata Meghan, e uscendone nel giro di poco tempo vincitrice grazie alla solidità dell’impegno nello svolgere bene la sua parte, senza strafare e senza sbavature. Ora è Kate la Principessa del Galles, pesantissima eredità della ancora amata Diana.

La storia corre veloce, le nuove generazioni già si preparano, Long live the King, Dio salvi re Carlo III.

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