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I funerali di Stato

UK: Elisabetta, L'ultimo addio

19 September 2022

Capi di stato e di governo e teste coronate da tutto il mondo per l’ultimo saluto alla Regina Elisabetta II.

 

Un milione di persone in transito a Londra, oltre 2mila delle quali nell’abbazia di Westminster per dare l’ultimo saluto a Elisabetta II. Si è svolto oggi nella capitale gremita del Regno Unito il solenne funerale di stato per la sovrana morta a 96 anni l’8 settembre scorso dopo 70 anni di regno. Migliaia di persone hanno percorso il tragitto designato nei pressi di Buckingham Palace per raggiungere i megaschermi installati ad Hyde Park per assistere ai funerali e alla successiva processione. La folla aveva già omaggiato la sovrana mettendosi ordinatamente in coda per ore in una processione durata quattro giorni e quattro notti. Un estremo atto di devozione ma anche di “sostegno e conforto” che – come ha scritto Re Carlo III – ha “profondamente toccato” la famiglia reale. Alla cerimonia officiata dal decano di Westminster erano riuniti anche i potenti della terra, circa 500 tra capi di stato e di governo e dignitari provenienti dai quattro angoli del globo. 

 

 

 

Geopolitica degli inviti?

Sull’evento più imponente mai svoltosi a Londra dalla fine della Seconda guerra mondiale, già nei giorni scorsi si è allungata l’ombra delle polemiche sugli inviti fatti o mancati. Da quello confermato alla Cina, nella persona del vicepresidente Wang Qishan, malgrado le proteste per le violazioni dei diritti degli uiguri nello Xinjiang denunciate di recente dal Parlamento britannico. A quello smarrito per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, imbarazzante alleato del Golfo considerato il mandante dell’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi nel 2018. E soprattutto a quello rifiutato fin dall’inizio alla Russia di Vladimir Putin: esclusa al pari di Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Siria e Venezuela (mentre Iran, Nicaragua e Corea del Nord sono stati invitati a inviare solo ambasciatori e non capi di stato). Un’esclusione, quella dei vertici del Cremlino, che ha provocato la vibrata reazione della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova che non ha esitato ad accusare Downing Street di aver voluto “strumentalizzare una tragedia nazionale, che ha toccato i cuori di milioni di persone nel mondo per regolare qualche conto contro il nostro paese”.

 

Una sfida logistica?

Al funerale della monarca più longeva della storia britannica (e seconda monarca più longeva di sempre) erano presenti tutti i leader dei paesi del Commonwealth, presidenti e primi ministri provenienti da tutto il mondo, senza esclusione per Joe e Jill Biden e la first lady ucraina Olena Zelenska, accolta con tutti gli onori. Per loro, il cerimoniale ha previsto la partecipazione ad un ricevimento di benvenuto a Buckingham Palace, offerto ieri sera da Carlo III e dalla regina consorte Camilla. “Una serata – osserva il Washington Post – che ha riportato il palazzo reale all’apice del potere globale, anche se solo per un giorno”. Ma anche una sfida senza precedenti per tempismo e logistica: molti dei leader presenti a Londra hanno dovuto affrettarsi verso New York, dove sta per iniziare l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Così il personale predisposto dal palazzo e dal ministero degli Esteri del Regno Unito si sono ritrovati a dover gestire le richieste di quasi 500 delegazioni estere, in mezzo a gravi restrizioni imposte dal cerimoniale e dalla sicurezza. E non tutti, a quanto pare, sono stati accondiscendenti come l'imperatore del Giappone Naruhito, quando gli è stato detto che avrebbe raggiunto Westminster insieme ad altri a bordo dei bus navetta.

 

Come un’assemblea Onu?

Anche il segretario generale António Guterres non ha mancato di sottolineare il ruolo che Elisabetta II ha svolto a livelli internazionale, descrivendola come una figura che “sfidò la gravità geopolitica” e ha rappresentato “un pilastro senza pari sulla scena mondiale” per sette decenni. “Quando la nostra istituzione e la regina Elisabetta erano entrambe giovani – ha raccontato – la regina si è trovata proprio su questo podio e ha invitato i leader del mondo a dimostrare la loro devozione agli ideali della Carta delle Nazioni Unite”. Un invito ribadito durante il suo ultimo discorso all’Assemblea nel 2010 in cui esortò il mondo “a lavorare insieme più duramente che mai se vogliamo davvero essere le Nazioni Unite”. Un invito la cui eco risuonava oggi nelle volte dell’abbazia di Westminster, guardano gli innumerevoli dignitari presenti al suo funerale. Forse, fa notare Christopher Matthews, tassista di Edimburgo, “anche nella morte, lei continua a lavorare”.

 

Il commento

Di Antonio Villafranca, direttore della ricerca, ISPI

"Capi di stato e di governo, teste coronate, dignitari e personalità di tutto il mondo. Il funerale della regina Elisabetta II fa impallidire l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Segno del potere del Regno Unito e della sua monarchia nel mondo? Non proprio. Malgrado il Commonwealth (dal futuro incerto) e il desiderio di una 'Global Britain' post Brexit, il Regno Unito è oggi una media potenza e le sue aspirazioni globali sembrano fuori tempo massimo. Il funerale è un tributo a una figura unica, un’icona mondiale che ha saputo essere più grande della monarchia stessa. E, per molti, una imperdibile occasione per apparire a favore di telecamera".

 

***

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications.

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