Forse è proprio la conclusione del master la fase più importante.
I giorni di fine corso segnano per i nostri corsisti la strada per spalancare la porta d’ingresso nel mondo dopo un anno di duro lavoro.
Gli studenti del Master in International Cooperation possono cercare di aprire quella porta per diventare dei veri cooperanti e gli alunni del Master in Diplomacy invece quella per entrare in diplomazia.
A luglio questo momento cruciale è arrivato anche per gli studenti dei Master 09/10. Ad aprile gli studenti del Master in Diplomacy hanno partecipato alle prove attitudinali del concorso diplomatico e a maggio alle prove scritte di Storia delle Relazioni Internazionali, Economia, Diritto internazionale e dell’Unione Europea, inglese ed una seconda lingua a scelta tra francese, spagnolo, tedesco, i cui risultati saranno comunicati alla fine di questo mese. Gli studenti del Master in International Cooperation hanno invece dovuto cercare di aprire la porta con una chiave molto diversa, rappresentata non solo dai libri e dallo studio, ma da una valigia piena dell’entusiasmo con cui hanno cominciato il master e delle conoscenze tecniche con cui sono arrivati alla fine del percorso d’aula.
Tutti, ormai ex studenti, hanno scelto, in base alle proprie preferenze e inclinazioni la tipologia di organizzazione ed il paese dove poter far tesoro di questo ricco bagaglio, attraverso una prima esperienza di tirocinio, con il desiderio ed il coraggio di capire se tutto ciò fosse davvero adeguato alle loro aspettative.
La maggior parte tra loro ha optato per un’esperienza in un’organizzazione non governativa, in Africa, in America Latina, nei Balcani, in Medio Oriente o in Italia. Altri hanno preferito il mondo ONU, scegliendo un internship all’ UNDP, United Nations Development Programme. Altri ancora hanno scelto la cooperazione bilaterale o le delegazioni dell’Unione Europea. Alcuni, infine, attendono il bando per il servizio civile nazionale all’estero.
Cosa insegna in concreto un’esperienza di tirocinio all’estero?
Lo abbiamo chiesto a Paola Pallotto, mentre svolgeva lo stage in Libano presso la delegazione dell’Unione Europea . Al termine del tirocinio Paola è rimasta in Libano e ora collabora con il Sustainable Democracy Center – RESTART Center for Rehabilitation of Victims of Torture and Violence. “Non so quali fossero le mie aspettative, non ricordo forse di averne avute di determinate, ma posso senz’altro dirvi che la realtà supera la più ardita immaginazione – racconta Paola.- Mi trovo benissimo, sia nella quotidianità, che nel lavoro. Sto lavorando alle due sezioni di cooperazione, sia nell’ambito dei diritti umani e dello sviluppo sociale, che in quello delle infrastrutture. Il lavoro da fare è sempre molto, mi rendono partecipe degli eventi e dei progetti in corso e spesso, fanno molto di più. Fino a questo momento sono stata impegnata nella valutazione di circa 40 proposte di progetto, partecipando ufficialmente alle commissioni di selezione. Sono stata incaricata di presenziare ad incontri con gli altri enti donatori. Mi viene data la possibilità d’andare in missione sul campo. Sono molto felice di questo tempo”.