
Ramy Essam ha raggiunto la fama mondiale recentemente, dopo che la sua performance in Piazza Tahrir nei giorni più caldi di quel gennaio 2011 e una sua lunga intervista sono finiti dentro “The Square”, il documentario indipendente sulla ribellione egiziana ora candidato agli oscar.
Ramy Essam canta la sua canzone più famosa, "Irhal" (vattene), in Piazza Tahrir durante la sollevazione del 2011. In questa occasione Ramy viene anche ferito durante la famosa "battaglia dei cammelli".
La logica vorrebbe che un artista che conquista la fama internazionale venga esaltato e premiato in patria. Ma per Ramy non è così. Settimane fa era stato annunciato un ordine di arresto nei suoi confronti, poi sconfessato. Ma il suo nome risulta tra gli indagati per gli “atti di vandalismo” perpetuati sul mausoleo ai martiri della rivoluzione di Mahmoud Street, nei pressi di Piazza Tahrir. Il mausoleo, appena inaugurato, fu coperto di graffiti e disegni, una protesta “artistica” da parte di attivisti e giovani artisti egiziani che negavano la legittimità di un monumento come quello instaurato da un governo i cui membri erano parte del vecchio regime.
Ora Ramy, che sta scrivendo un nuovo album, ammette di vivere nella tensione. È passato dall’essere un simbolo della rivoluzione del 2011 all’essere una specie di paria. Molti degli artisti che nel 2011 si erano schierati con la rivoluzione oggi appoggiano l’attuale governo, e ogni critica, specialmente se rivolta verso il ministro della difesa – e vero uomo forte dell’Egitto – al-Sissi, viene duramente repressa.
Ma forse qualcosa di muove. Il recente referendum sulla nuova Costituzione egiziana ha visto un’impressionante vittoria dei “si” ma anche una affluenza molto bassa. La maggior parte dei giovani, il motore della rivoluzione di tre anni fa, non è andato a votare. Alcuni sperano sia il sintomo di una nuova terza via che sta emergendo. Non islamista e non militar-nazionalista. Una via che trovi una via di compromesso oltre i tradizionali schemi di divisione della società egiziana e che abbia, finalmente, i giovani come fulcro. La nuova canzone di Ramy si intitola “Ma’nash min dol, min dol”, noi non appartiamo a quelli; i “quelli” sono i militari, i “fulul” (persone legate al regime di Mubarak) e i Fratelli musulmani. La speranza è che questa tendenza si consolidi in una alternativa politica concreta; e che il titolo della nuova canzone di Ramy inizi con un “noi apparteniamo a…”
L'anteprima del nuovo video "Mana'ash mil dol min dol"
Per proporci un post scrivici a medshake@ispionline.it