Al primo turno delle elezioni presidenziali lo scorso 29 maggio i colombiani hanno votato per il cambiamento, eleggendo due candidati di rottura con il passato: al primo posto è arrivato Gustavo Petro (40% dei voti) che, se vincesse al ballottaggio del 19 giugno, sarebbe il primo presidente di sinistra della Colombia; al secondo posto è arrivato il candidato anti-establishment Rodolfo Hernández, (28% dei voti), superando Federico Gutiérrez (24% dei voti), appoggiato dal governo.
In base ai voti del primo turno, e anche ad alcuni sondaggi pre-elettorali, Rodolfo Hernández potrebbe vincere il ballottaggio, perché la maggior parte degli elettori di Gutiérrez dovrebbe votare per lui. Tuttavia, Hernández non può contare su una vittoria sicura perché i margini sono stretti. La retorica probabilmente cambierà nelle prossime settimane da parte di entrambi per cercare di spostarsi più verso il centro. Hernández dovrà probabilmente fare più campagna elettorale di persona e meno sui social: vista la sua minore esperienza, potrebbe essere uno svantaggio per lui.
Due mondi a confronto
Gustavo Petro, 62 anni, economista, ex combattente del gruppo guerrigliero M-19, ex- sindaco di Bogotá e senatore, aveva vinto a marzo le primarie della coalizione di sinistra Pacto Histórico con più di 4 milioni di voti. La coalizione Pacto Hisótrico è diventata anche la forza più numerosa in parlamento. Petro ha scelto come vice presidente Francia Márquez, avvocato, attivista molto popolare, femminista e afrodiscendente, che nel 2018 vinse il prestigioso premio Goldman per l’ambiente. Rodolfo Hernández, 77 anni, ingegnere e imprenditore, è stato sindaco di Bucaramanga, vicino al confine venezuelano, si è candidato come indipendente sotto la bandiera della Lega Anticorruzione. La lotta alla corruzione è infatti il punto centrale della sua piattaforma: il suo programma recita “Non rubare, non mentire, non tradire”. Con i corrotti, zero impunità! Ma la lotta alla corruzione potrebbe diventare il suo l’ostacolo principale per diventare il prossimo presidente: pochi giorni prima del ballottaggio Hernández dovrà affrontare un caso di corruzione, accusato di aver assegnato in modo improprio un contratto d’affari, mentre era sindaco di Bucaramanga, che avrebbe portato benefici a suo figlio. Molti paragonano la sua figura e la sua posizione anti-establishment a Donald Trump e Jair Bolsonaro.
Un’economia in ripresa…
Le elezioni si tengono in una situazione caratterizzata dagli effetti negativi della pandemia e dell’aumento delle attività criminali dei narco-trafficanti e da un aumento dell’inflazione. I dati macroeconomici sono comunque relativamente favorevoli sia in termini di crescita che di futura inflazione. Dopo una forte ripresa nel 2021 (+ 10,6%), la crescita dovrebbe rimanere sostenuta anche nel 2022 (+ 5,8%). Grazie agli interventi restrittivi della Banca Centrale, l’inflazione dovrebbe diminuire dal 7,7% nel 2022 al 4,2 nel 2023. A fine 2021, il disavanzo del bilancio pubblico (come % del Pil) era pari a -6,8% e il debito pubblico al 64,6% del PIl (dati FMI, World Economic Outlook, April 2022). Per quanto riguarda il bilancio pubblico, da un lato la ripresa economica ha aumentato le entrate fiscali nel 2021 e probabilmente continuerà nel 2022. A questo si aggiungono i maggiori profitti di Ecopetrol dovuti ai prezzi elevati del petrolio. Dall’altro però il costo del servizio del debito pubblico sta aumentando, sia per il rialzo dei tassi a livello internazionale, sia per la perdita del rating “investment grade” da circa un anno. Due anni fa il tasso per un’obbligazione colombiana decennale era di circa il 5%; oggi è dell’11%.
…ma con forti problemi
La disuguaglianza nella distribuzione del reddito in Colombia è tra le più elevate in America Latina, e quindi nel mondo, e la politica fiscale tramite la tassazione e i trasferimenti non migliora la situazione. La sfida più complessa che il prossimo governo dovrà affrontare è probabilmente proprio quella legata alla finanza pubblica. Visti i livelli elevati del disavanzo del bilancio del governo e del debito pubblico, il nuovo governo dovrà effettuare un aggiustamento fiscale. Difficilmente però questo aggiustamento potrà includere tagli alla spesa pubblica sociale, tenuto conto che la domanda di migliori servizi pubblici è fortissima già da alcuni anni. Questo significa che il grosso dell’adeguamento dovrà essere effettuato con una riforma fiscale strutturale, soprattutto dal lato delle entrate. Va ricordato che le entrate fiscali nel Paese (in percentuale del Pil) sono inferiori alla media dell'America Latina e molto inferiori alla media dei Paesi OCSE.
Gustavo Petro propone di realizzare una profonda riforma fiscale per aumentare le entrate e migliorare la spesa. Rodolfo Hernández sostiene che per combattere la corruzione bisogna iniziare a dare meno risorse da gestire al settore pubblico. Le scelte del prossimo Presidente saranno quindi molto diverse, come saranno diverse le prospettive di crescita economica con maggiore inclusione sociale. In ogni caso, chi verrà eletto non avrà la maggioranza parlamentare per fare riforme “rivoluzionarie” e dovrà fare i conti con una Camera dei Rappresentanti e un Senato fortemente frammentati tra i vari partiti.