Corea del Nord: rischio reale o bluff? | ISPI
Skip to main content

Search form

  • INSTITUTE
  • CLERICI PALACE
  • CONTACT US
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • INSTITUTE
  • CLERICI PALACE
  • CONTACT US
  • MEDMED
  • Home
  • RESEARCH
    • CENTRES
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europe and Global Governance
    • Business Scenarios
    • Middle East and North Africa
    • Radicalization and International Terrorism
    • Russia, Caucasus and Central Asia
    • Infrastructure
    • PROGRAMMES
    • Africa
    • Energy Security
    • Global cities
    • Latin America
    • Migration
    • Religions and International Relations
    • Transatlantic Relations
  • ISPI SCHOOL
  • Publications
  • EVENTS
  • CORPORATE PROGRAMME
    • about us
    • Closed-door meetings
    • Scenario Conferences
    • Members
    • Executive Education
  • EXPERTS

  • Home
  • RESEARCH
    • CENTRES
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europe and Global Governance
    • Business Scenarios
    • Middle East and North Africa
    • Radicalization and International Terrorism
    • Russia, Caucasus and Central Asia
    • Infrastructure
    • PROGRAMMES
    • Africa
    • Energy Security
    • Global cities
    • Latin America
    • Migration
    • Religions and International Relations
    • Transatlantic Relations
  • ISPI SCHOOL
  • Publications
  • EVENTS
  • CORPORATE PROGRAMME
    • about us
    • Closed-door meetings
    • Scenario Conferences
    • Members
    • Executive Education
  • EXPERTS
Dossier

Corea del Nord: rischio reale o bluff?

09 April 2013

Nuovi venti di guerra tornano a spirare su una delle aree geopolitiche più strategiche del macrocontinente asiatico. L’atteggiamento provocatorio adottato dalla Corea del Nord nelle ultime settimane tiene il mondo con il fiato sospeso, soprattutto dopo il posizionamento da parte di Pyongyang di due missili Musudan a media gittata sulle rampe di lancio e l’invito rivolto alle ambasciate straniere a prepararsi a evacuare. Bluff o vera minaccia?

Nata ufficialmente come stato comunista di stampo stalinista, la Corea del Nord si è presto trasformata in qualche cosa di diverso. La promulgazione della dottrina del Chuch’e (”autosufficienza”) a partire dagli anni ‘50 ha fatto sì che Pyongyang si svincolasse presto dall’abbraccio di Unione Sovietica e Cina maoista, costruendo una forma di marxismo-leninismo incentrata sul culto della personalità del primo leader Kim Il-Sung. A partire dal 1994, con l’ascesa al potere di Kim Jong-il, alla dottrina del juche è andata ad affiancarsi quella del Songun (”prima i militari”). Autosufficienza e preminenza del settore militare sono alla base della difficile situazione interna in cui versa oggi la Corea del Nord. Con un’azione politica guidata dagli obiettivi del mantenimento della stabilità del regime e subordinata alle esigenze del settore militare, Pyongyang ha sempre rimandato le riforme economiche necessarie a dare respiro a un paese periodicamente provato dalla mancanza dei generi alimentari primari.

Già Kim Jong-il negli ultimi anni del suo potere aveva capito che una riforma dell’economia era necessaria, ma la paura che questa potesse causare tensioni sociali che avrebbero messo in pericolo la tenuta del regime l’aveva fermato. L’attuale leader Kim Jong-un – alla guida del paese da soli due anni – sembra non disporre al momento del potere necessario per affrontare tali riforme. Nel frattempo, se il giovane leader paventa l’ipotesi di un attacco nucleare agli Stati Uniti e ai suoi alleati – anche se gli analisti non lo ritengono realizzabile -, il Giappone schiera tre batterie di missili Patriot nei dintorni di Tokyo.

L’elevato livello al quale è stata portata la tensione nelle ultime settimane sembra suggerire un netto peggioramento della situazione interna, tanto dal punto di vista economico quanto da quello del prestigio personale del leader supremo. L’incognita è rappresentata dall’effettiva capacità degli attori coinvolti – principalmente Corea del Sud, Stati Uniti e Cina – di ricondurre a ragione la mina vagante nordcoreana e dalla disponibilità di quest’ultima a fermare l’escalation prima che il punto di non ritorno venga superato.

 

VAI AL DOSSIER

 

Read more:

Russia’s Global Image: Another Casualty of the War?
Eleonora Tafuro Ambrosetti
ISPI
China's Foreign Policies Today: Who Is in Charge of What
Axel Berkofsky
Co-Head - ISPI Asia Centre, and University of Pavia
,
Giulia Sciorati
ISPI Associate Research Fellow, and University of Trento
Philippines Election: Into the Abyss or a Fresh Restart?
Jayson S. Lamchek
Research Fellow, Deakin Law School, Deakin University
The Uneven Commodity Storm Looming Over Asia
Filippo Fasulo
Co-Head, ISPI Centre on Business Scenarios
The rise in commodity prices could reshape Asia's alliances
Filippo Fasulo
Co-Head, ISPI Centre on Business Scenarios
The Consequences of Asia's Split Over the Ukraine War
Filippo Fasulo
ISPI

Tags

Corea del Nord Corea del Sud Asia
Versione stampabile

GET OUR UPDATES

SUBSCRIBE TO NEWSLETTER

About ISPI - Work with us - Experts - Contact - For Media - Privacy

ISPI (Italian Institute for International Political Studies) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milan) - P.IVA IT02141980157