L’Italia costituisce senza dubbio una delle nazioni europee di maggiore interesse per gli interessi geo-economici della Repubblica Popolare Cinese. Il “bel paese” riscuote la profonda attenzione di Pechino non solo in virtù dei suoi brand famosi in tutto il mondo, ma anche – e forse soprattutto – a causa della sua posizione geografica: i suoi porti, infatti, la rendono particolarmente appetibile nel quadro dello sviluppo – dal Mediterraneo verso l’Europa del Nord – del pilastro marittimo della Nuova Via della Seta.
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Il 22 marzo 2020, un contingente di 104 medici militari e operatori sanitari russi è arrivato in Italia con ventilatori e altre attrezzature mediche. Imballaggi e veicoli portavano adesivi con la scritta "dalla Russia con amore". L'operazione è stata infatti interpretata da alcuni come "un'offensiva di fascino", un gesto di solidarietà senza obiettivi geopolitici o di altro genere, portato avanti nel quadro della strategia di "diplomazia sanitaria" del Cremlino.
Il Sudan non è più nella black list americana dei paesi sostenitori del terrorismo. E il Marocco ha ottenuto il riconoscimento della sovranità sul Sahara Occidentale. È l’effetto domino della 'normalizzazione’ in Medio Oriente?
“Questa non è una pace giusta, ma è meglio della continuazione della guerra. In queste condizioni non era possibile ottenere di più”.
Nel Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020, l’Ue ha sancito la mancanza di passi avanti rispetto alle relazioni europee con la Turchia alla luce delle “azioni unilaterali”, delle “provocazioni” e dell’“escalation retorica” di Ankara nei confronti dell’Ue, degli Stati membri e dei loro leader.
Il Consiglio europeo dello scorso 10 e 11 dicembre chiude la presidenza tedesca, ma non alcuni dei dossier aperti da inizio 2020. Come Brexit, su cui l'ennesimo buco nell'acqua rende più verosimile lo spettro "no deal", ma le consultazioni continuano, mentre nella politica estera Ue tengono banco le tensioni con la Turchia nel Mediterraneo orientale.
Esistono questioni che hanno risposte difficili. Da quasi un anno viviamo dentro una pandemia, nel dubbio fra il primato della salute per evitare un massacro, e la necessità di non fermare l'economia per non avere una devastazione sociale. E continuiamo a non avere una risposta chiara.
Il 6 dicembre, tra alcune opacità di carattere costituzionale, si sono tenute le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Il presidente egiziano Al-Sisi a Parigi viene accolto con tappeti rossi e Legion d’Onore. E Macron esclude di voler condizionare la vendita di armi francesi all'Egitto al rispetto dei diritti umani.
La settimana appena trascorsa ha visto la pubblicazione dei nuovi dati OCSE sulle previsioni economiche per il 2020-2021: confermati la gravità della recessione attuale e il recupero solo parziale per il prossimo anno. Un quadro in cui la seconda ondata della pandemia continua a colpire l’Europa, in modo uniforme su tutto il Continente. In tale complicato contesto si inseriscono le negoziazioni per la riforma del MES, con l’Italia che ha ritirato il veto e attende ora una ratifica parlamentare densa di ostacoli.