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Alle elezioni del 9 maggio, settanta milioni di cittadini filippini sono chiamati a votare un nuovo presidente e a rinnovare il Parlamento. Rispetto ai suoi due predecessori, il presidente delle Filippine uscente Rodrigo “Rody” Duterte ha interpretato nei suoi sei anni a Palazzo Malakanyang il proprio ruolo istituzionale in maniera non convenzionale, avendo fatto ricorso a un linguaggio crudo e provocatorio, rilasciato dichiarazioni ufficiali talora semplicistiche e portato avanti una strategia in politica sia interna sia estera non sempre lineare.
È stallo nei negoziati, mentre si continua a combattere intorno e dentro le acciaierie Azovstal a Mariupol, divenute il simbolo della resistenza ucraina.
Since the war in Ukraine broke out in Europe, its consequences and side effects have been reverberating across African countries. Rising food and energy prices, supply disruptions, and inflationary pressures have created additional challenges on the road for a post-pandemic economic recovery the continent painstakingly embarked upon, in what UN Secretary General Antonio Guterres called a 'perfect storm'.
Russia’s invasion of Ukraine has resumed the West and Russia’s intense rivalry, echoing the Cold War era. In this conjuncture, many African countries find themselves in a familiar position of non-alignment, not wanting to be forced to take sides in a conflict in the global North. In particular, some African countries have played an important role in global diplomacy, specifically regarding their votes in the United Nations General Assembly (UNGA).
“Abbiamo vinto a Wuhan, vinceremo anche a Shanghai”. Questo il messaggio del presidente cinese Xi Jinping, che ha così ribadito il suo impegno nella strategia “zero Covid”. C’è una logica alla base di questa scelta: la fragilità del sistema sanitario cinese e il ridotto numero di infezioni pre-Omicron potrebbero generare la tempesta perfetta, con ospedali pieni e un’economia che rallenta.
Il conflitto rischia di causare una crisi alimentare globale. L’UE può esserne risparmiata, a patto di saper adottare una nuova visione geopolitica con i Paesi del vicinato.
Le sanzioni fanno più male a Mosca che all’UE. Per superare la tempesta perfetta, Bruxelles deve però puntare su nuove partnership commerciali.
La neutralità di Bolsonaro si spiega con la dipendenza dell'agricoltura brasiliana dai fertilizzanti russi. E Mosca ricambia con investimenti e nuove forniture.
Il rialzo dei tassi della FED è il più alto degli ultimi vent’anni. Non è una stretta monetaria, ma un intervento atteso per contrastare l’inflazione. E la BCE cosa farà?