Nel novembre 2010, a Lisbona, l’Alleanza Atlantica approvò il nuovo Concetto Strategico, per l’occasione tradotto anche in cirillico, il quale ribadiva che «NATO poses no threat to Russia».
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I recenti eventi in Ucraina e nella penisola di Crimea hanno, giustamente e prevedibilmente, attratto l´attenzione dell´intera Comunità internazionale e dell´opinione pubblica mondiale. Quello che sorprende è che, pur nella divergenza, spesso totale, sullo svolgimento dei fatti, le parti direttamente coinvolte e altri attori internazionali di primo piano che si sono pronunciati in merito, hanno continuamente fatto riferimento al diritto internazionale per giustificare le rispettive posizioni e decisioni.
Pochi giorni fa, la stampa ha riportato alcune dichiarazioni del presidente uscente afgano, Hamid Karzai, che possono suggerire quale sarà il futuro del Paese degli aquiloni. Almeno in termini di posizionamento sullo scacchiere internazionale. «Spetterà al mio successore consolidare i rapporti con la Cina», ha detto Karzai intervistato da Xinhua, la principale agenzia stampa di Pechino.
Le elezioni del 5 aprile prossimo potranno dire molto dell’Afghanistan che verrà, ma lo scenario rimarrà incompleto fino alla oramai probabile firma tra Kabul e Washington del BSA, il Bilateral Security Agreement che regolerà i rapporti di collaborazione in tema di sicurezza, antiterrorismo, addestramento e contributo economico dopo il ritiro americano alla fine di quest’anno.
È un fatto che gli ultimi due momenti salienti nella vita politica cinese siano stati entrambi accompagnati da atti di terrorismo: la macchina esplosa in piazza Tiananmen (28 ottobre 2013) pochi giorni prima il terzo plenum; e la strage della stazione ferroviaria a Kunming (1 marzo 2014) mentre si chiudeva la sessione dello standing committee dell’Assemblea Nazionale del Popolo, che preludeva all’annuale riunione dell’assemblea stessa.
“Recupero delle province ribelli e nuovo vigore internazionale”. Se la politica estera seguisse davvero le regole del Risiko, potremmo dire che la carta nelle mani di Putin preveda proprio questo obiettivo. Dopo la Crimea quindi, quali altre carte pretenderà di giocare Putin nell’ottica di vincere la sua partita a Risiko? Al di là delle possibili manovre in Europa orientale – in Transnistria per esempio – l’obiettivo di Mosca è di tornare a svolgere il ruolo esclusivo di antitesi agli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale.
Nell’Egitto caratterizzato dalla polarizzazione politica e sociale c’è un elemento che sembra compattare tutti gli abitanti: il Nilo. Oltre all’importanza storica rivestita dal fiume, nel corso degli ultimi mesi esso è stato riportato al centro della scena in seguito alla costruzione, da parte dell’Etiopia, di un’enorme diga sul Nilo Azzurro, la Grande Diga del Rinascimento.
In Corea del Nord, la vittoria alle elezioni del Fronte Democratico per la Riunificazione Nazionale, il partito guidato da Kim Jong-un, è stata suggellata da un plebiscito (99,97%) e dalla totalità di croci che hanno votato “sì” per i candidati proposti dal partito, uno in ogni circoscrizione. L’annuncio della Korean News Central Agency prende così le sembianze della beffa per chi osserva dall’esterno.
Se cʼè un concorso che da sempre scatena lʼira funesta delle femministe è quello di Miss, di qualsiasi tipo sia (suscita anche le ire degli estremisti islamici, ma ovviamente per opposte ragioni). Non a torto: magari non si misura più il seno, ma è ovvio che lʼobiettivo non è selezionare la prossima classe dirigente. E invece... con il solito “scartamento a sinistra” che ha trasformato il supermachista continente latinoamericano nella terra delle “presidentas”, in Venezuela è successo anche questo.