Sono passati 100 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina. Un conflitto che sta mettendo l’Europa a dura prova e di cui ancora non si vede la fine.
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Centesimo giorno di guerra. Dall’inizio dell’“operazione speciale”, Mosca ha più che raddoppiato la quota di territorio ucraino sotto il suo controllo: dal 7% post eventi del 2014 al 20% attuale. Una superficie conquistata di 125mila km2, quanto l’intero Nord Italia. E ogni giorno l’esercito russo avanza di qualche chilometro nella regione di Lugansk, ora controllata al 90% e che secondo l’intelligence britannica sarà conquistata totalmente entro due settimane.
Per l’Arabia Saudita, la crisi internazionale seguita all’invasione russa dell’Ucraina offre opportunità e rischi. Sul fronte economico, la risalita del prezzo del petrolio sostiene la diversificazione post-idrocarburi del regno, fra nuovi progetti urbanistici e industria nazionale della difesa. Il piano diplomatico è invece denso di rischi: nessun ridimensionamento, finora, delle alleanze “multipolari”, anche a costo di logorare quelle tradizionali.
Le due maggiori economie francofone nell’Africa occidentale – la Costa d’Avorio e il Senegal – mescolano caratteristiche che le accomunano e altre che ne marcano le differenze. In entrambi i casi si tratta di mercati in espansione con ottime probabilità di seguire un percorso virtuoso.
In un contesto internazionale già denso di incertezze, il Kenya tra pochi mesi torna al voto. Un passaggio che nelle tornate precedenti non è mai stato indolore è reso ancora più incerto dall’uscita di scena del presidente Uhuru Kenyatta, al termine del suo secondo mandato e non più ricandidabile. Ma come arriva il Paese leader dell’Africa orientale all’appuntamento che si profila all’orizzonte?
L’Unione europea ha raggiunto un consenso politico sul sesto pacchetto di sanzioni, che contiene anche lo stop alle importazioni di quasi tutto il petrolio russo entro fine anno. Ora ci si può chiedere se e quanto crolleranno non solo il prezzo a cui la Russia è costretta a vendere il proprio petrolio sul mercato (già da mesi il contratto Urals del greggio russo prezza a 35 dollari al barile di sconto rispetto al Brent), ma anche i volumi del petrolio esportato. Ecco perché occorre tener conto del peso delle auto-sanzioni europee e delle vendite a sconto all’Asia da parte di Mosca.
Focus su un Paese virtuoso a Sud del Sahara, sul fronte economico e politico. Tre, tuttavia, le fonti di incertezza per il futuro: pandemia, debito e petrolio.
L’UE ha definito obiettivi ambiziosi per rendersi indipendente dal gas russo. La vera sfida? Una rete di porti e gasdotti che consenta di sfruttare nuove rotte.
Dopo la pandemia i cieli tornano a essere trafficati, e inquinati. I combustibili puliti costano ancora troppo, ma aumentano impegni e iniziative per ridurre le emissioni.
Perché negli Stati Uniti continuano a compiersi stragi con armi da fuoco? Come si potrebbero limitare? A pochi giorni dalle sparatorie di Uvalde e Buffalo, Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista, ne parlano con Mario Del Pero, professore a Sciences Po e Senior Associate Research Fellow dell'ISPI. Al centro del nuovo episodio di Globally anche i primi 100 giorni di guerra in Ucraina e l'esclusiva di Newsweek per cui Putin sarebbe malato di cancro.