Luigi Martino (PhD) teaches Cyber Security and ICT Policies at the School of Political Science “Cesare Alfieri” at the University of Florence and he is the coordinator of the Center for Cyber Security and International Relations Studies (CCSIRS) a specialized observatory of the CSSII. He obtained the PhD at the Scuola Superiore Sant’Anna in Pisa with a research project focused on the protection of critical infrastructures from cyber attacks in Italy through a public-private partnership model.
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Dopo gli scarsi risultati ottenuti dalla Conferenza di Katowice (COP24, 2018) e Madrid (COP25, 2019) il percorso che ha condotto alla Conferenza delle Parti di Glasgow (COP26, 2021) ha riacceso le speranze, e le paure, quale ultima occasione per riuscire a rimettere il mondo in carreggiata verso l’obiettivo climatico di contenere il riscaldamento planetario entro 1,5 °C rispetto alle temperature pre-industriali.
I cambiamenti climatici, la guerra e la crisi economica affamano il mondo. L’Onu: “Basta scuse: i combustibili fossili sono un vicolo cieco”.
Il cyberspazio è divenuto, a tutti gli effetti, un’arena per la competizione tra Stati. Questo ha determinato un forte aumento dei rischi e delle minacce informatiche a livello globale.
La grave crisi internazionale mette alla prova le monarchie del Golfo. Cina, India, Russia: cambiano i quadri geopolitici e le dinamiche economico-finanziarie.
Il parlamento europeo chiede embargo immediato e totale sull’export di energia dalla Russia. Ma Germania, Ungheria e Austria puntano i piedi. Borrell: “Dall’inizio della guerra l'Ue ha pagato 35 miliardi di euro per l'energia russa e solo uno per aiuti all'Ucraina”. Nel frattempo, 93 paesi ONU votano la sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani.
Russia e Cina lavorerebbero per dar vita a un sistema monetario parallelo. L’attuale crisi potrebbe erodere il ruolo del dollaro. Viene meno la fiducia internazionale?
REPowerEU punta a superare la dipendenza energetica da Mosca. Tra rinnovabili e fonti alternative si annuncia però un percorso complesso, anche per l'Italia.
Da più di vent’anni la politica estera della Russia persegue con forza due obiettivi principali[1].
L’Iraq inizia il 2022 alle prese con uno degli ostacoli più difficili nel suo processo politico: la formazione di un nuovo esecutivo. Dopo mesi di contestazioni sui risultati elettorali da parte delle fazioni politiche più sfavorite del voto, il 27 dicembre la Corte suprema federale irachena ha finalmente ratificato i risultati delle elezioni, sancendo l’inizio ufficiale del processo di formazione dei principali organi politici dello stato.