Le relazioni diplomatiche fra Cina e Italia, avviate ufficialmente il 6 novembre 1970, compiono quest’anno 50 anni. Durante il 2020, i due paesi avrebbero dovuto celebrare anche l’Anno congiunto della Cultura e del Turismo, riprogrammato a causa della pandemia da COVID-19 nel 2022. L’emergenza sanitaria ha avuto conseguenze dirompenti non solo sulle attività di aziende di ogni settore, ma anche sulla vita quotidiana delle persone e sul loro modo di relazionarsi con gli altri.
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L’Italia costituisce senza dubbio una delle nazioni europee di maggiore interesse per gli interessi geo-economici della Repubblica Popolare Cinese. Il “bel paese” riscuote la profonda attenzione di Pechino non solo in virtù dei suoi brand famosi in tutto il mondo, ma anche – e forse soprattutto – a causa della sua posizione geografica: i suoi porti, infatti, la rendono particolarmente appetibile nel quadro dello sviluppo – dal Mediterraneo verso l’Europa del Nord – del pilastro marittimo della Nuova Via della Seta.
Scrivendo di tale tema si rischia di proporre alla riflessione del lettore le solite banalità, tra esotismo ed amor di Patria. E tutto scivola via senza cogliere nel segno. Si potrebbe accennare alla gentilezza del popolo cinese, alla sua allegria. E quanto si mangia bene, certo diverso dall’Italia, ma la cucina locale è antica e di grande varietà, salvo poi preferire il Vino dei Castelli e una buona Amatriciana.
Il 22 marzo 2020, un contingente di 104 medici militari e operatori sanitari russi è arrivato in Italia con ventilatori e altre attrezzature mediche. Imballaggi e veicoli portavano adesivi con la scritta "dalla Russia con amore". L'operazione è stata infatti interpretata da alcuni come "un'offensiva di fascino", un gesto di solidarietà senza obiettivi geopolitici o di altro genere, portato avanti nel quadro della strategia di "diplomazia sanitaria" del Cremlino.
Il Sudan non è più nella black list americana dei paesi sostenitori del terrorismo. E il Marocco ha ottenuto il riconoscimento della sovranità sul Sahara Occidentale. È l’effetto domino della 'normalizzazione’ in Medio Oriente?
Si apre a Bruxelles il Consiglio europeo ma è ancora braccio di ferro sul Next Generation EU. Intanto il parlamento italiano approva la riforma del MES che ha lo scopo di aiutare i paesi dell’eurozona durante le crisi economiche.
La settimana appena trascorsa ha visto la pubblicazione dei nuovi dati OCSE sulle previsioni economiche per il 2020-2021: confermati la gravità della recessione attuale e il recupero solo parziale per il prossimo anno. Un quadro in cui la seconda ondata della pandemia continua a colpire l’Europa, in modo uniforme su tutto il Continente. In tale complicato contesto si inseriscono le negoziazioni per la riforma del MES, con l’Italia che ha ritirato il veto e attende ora una ratifica parlamentare densa di ostacoli.
Si chiude oggi la sesta edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues, promossa dal MAECI e da ISPI, sulle sfide di oggi e il futuro del Mediterraneo oltre la pandemia.
Tra nuove e vecchie alleanze e un crescendo di tensioni, nella penisola Araba e nella regione del Golfo Persico cambiano gli equilibri geopolitici. Quanto spazio resta, nel contesto attuale, per la diplomazia?
Che tipo di politica economica cercherà di promuovere l’amministrazione Biden? Quanto sarà condizionata dall’emergenza Covid e dalla necessità di darvi una risposta immediata? E quali ostacoli, interni e internazionali, si frapporranno ai progetti del Presidente eletto?