Joe Biden ha indicato quattro priorità per la sua presidenza: lotta al coronavirus, ripresa economica, uguaglianza razziale e cambiamenti climatici. Ci possiamo quindi attendere cambiamenti radicali nelle politiche energetiche e climatiche degli Stati Uniti.
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Il 2020 rappresenta un anno di svolta decisa della posizione della Cina sullo scenario globale. In netto contrasto con la deriva protezionistica presa dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, la Cina di Xi ha dichiarato da tempo di volersi erigere a vero e proprio paladino della globalizzazione. Poiché però le attese circa un processo di riforma, se non politico, almeno delle strutture economiche fondamentali della Cina è stato ampiamente disatteso, oggi ci si chiede che tipo di globalizzazione aspettarsi da una Cina sempre più controllata dal PCC?
È ancora presto per dire se e come le catene del valore si modificheranno a causa dello shock del Covid-19. L’eterogeneità delle catene e discontinuità come la nuova Presidenza USA potrebbero rendere ardue analisi contro-fattuali. È tuttavia probabile una maggiore regionalizzazione delle catene del valore per via di un loro accorciamento e di una strategia di diversificazione favorita anche dagli accordi regionali di libero scambio.
I leader del mondo riuniti virtualmente in Arabia Saudita proclamano il loro impegno. Ma su vaccini e debito bisogna puntare l’asticella più in alto. E dal primo dicembre il coordinamento dei lavori passa all'Italia.
L’emergenza sanitaria ha costretto molte imprese ad adottare, in tempi brevissimi, forme di smart-working (lavoro agile). Si tratta di un’espressione entrata ormai nell’uso comune, che si riferisce a modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato senza precisi vincoli di orario o di luogo: l’attività lavorativa può svolgersi in tutto o in parte all’esterno dei locali aziendali, anche senza postazione fissa, eventualmente con ausilio di strumenti telematici.
Omicidi brutali, decapitazioni, orrore senza fine. E una crisi diplomatica innestata su questioni di sensibilità religiose. Le vignette di Charlie Hebdo, le accuse, la difesa della laicità. Tutto questo mentre imperversa l’altro nemico, il Covid 19, pesante per le conseguenze e i condizionamenti sociali/economici. Cinque anni dopo gli attentati di Parigi, la Francia e i francesi si sentono ancora in prima linea, e faticano nel trovare la risposta.
Almeno 16 morti nella peggior tempesta del 2020. La capitale Manila sembra aver scongiurato il peggio, ma sono centinaia di migliaia gli evacuati. Un’operazione resa ancor più complicata a causa dell’epidemia da Covid.
In Europa il contagio da nuovo coronavirus continua a correre, tanto che proprio ieri il Consiglio europeo è tornato a riunirsi in videoconferenza per “intensificare lo sforzo collettivo per combattere la pandemia”. Con la Francia che ritorna in lockdown proprio oggi, e la Germania che vara un lockdown parziale da lunedì, è evidente che molti grandi Paesi europei ritengano la situazione ormai fuori controllo, o a rischio di diventarlo a breve.
Oggi a Varsavia, a partire dalle cinque del pomeriggio, ci sarà una grande manifestazione del movimento di protesta formatosi all’indomani della sentenza, emessa il 23 ottobre dal Tribunale costituzionale polacco, che boccia la legge sull’aborto del 1993 nella parte in cui prevede l’interruzione di gravidanza, entro le 12 settimane, per gravi e irreversibili malformazioni del feto o sindromi che ne minacciano la vita. L’aborto resta possibile solo in presenza di pericolo di vita per la donna incinta o gravidanza dovuta a uno stupro.