Nonostante i Talebani stiano bloccando le partenze della popolazione, è molto probabile che l’Afghanistan andrà incontro a nuovi esodi di massa. I paesi europei, come sempre, sono divisi sull’accoglienza dei profughi.
È salito vertiginosamente il bilancio del doppio attacco terroristico all’aeroporto di Kabul. Lo Stato islamico l’ha rivendicato, mentre Biden promette che i responsabili verranno puniti.
Partito l’ultimo volo americano dall'Afghanistan, la fine della guerra più lunga della storia Usa lascia una pesante eredità di promesse non mantenute, mentre nuovi attori avanzano sulla scena.
La Cina, a conferma di un consolidato approccio assertivo e in un’ottica di sostanziale tutela dei propri interessi, ha da tempo optato per l’impiego dello strumento militare al di fuori dei propri confini nazionali, sebbene abbia ben compreso l’inopportunità di impiegare truppe in attività operativa e di combattimento in aree di crisi. Dopo la base militare di Gibuti, nel corno d’Africa, Pechino decideva, all’inizio del 2019, di allestire una propria base in Tagikistan, ubicata a 12 chilometri a nord del corridoio afghano di Wakhan.
La guerra in Afghanistan si chiude vent'anni dopo gli attacchi dell'11 Settembre. Il 31 agosto è stato completato il ritiro delle truppe USA dall'aeroporto di Kabul, il luogo più iconico degli ultimi giorni dell'Occidente in Afghanistan, soprattutto per gli attentati dello Stato islamico del 26 agosto. Il ritorno dei Talebani nella capitale afghana segna probabilmente il punto più basso della NATO, la cui ventennale missione ha avuto enormi costi umani ed economici, soprattutto per gli Stati Uniti d'America.
Partito l’ultimo volo americano dall'Afghanistan, la fine della guerra più lunga della storia Usa lascia una pesante eredità di promesse non mantenute, mentre nuovi attori avanzano sulla scena.
The MED This Week newsletter provides expert analyses and informed comments on the most significant developments in the MENA region and beyond, bringing together unique opinions on the topic and reliable foresight on future scenarios. Today, we focus on the cost and consequences of the US withdrawal from Afghanistan, with an exclusive interview with Gen. John R. Allen, president of the Brookings Institution and former commander of the NATO International Security Assistance Force and US Forces in Afghanistan
La caduta di Kabul e il ritorno dei Talebani al potere accendono il dibattito politico interno agli Usa. Ma tra il presidente Biden e gli alleati europei la vicenda afghana segna uno spartiacque.
As the United States races to meet the evacuation deadline of 31st August, it is clear that the images of the messy exit will stay etched in our collective conscious for a long time, just as the iconic image of US marines being evacuated from Saigon by a helicopter from a rooftop in April 1975 have never been forgotten. Already questions are being raised about the ‘sudden’ US decision, US credibility, and the collapse of the Afghan army.
“Il governo ti invita ad assistere al ridispiegamento del nostro contingente in Afghanistan”, mi disse al telefono il butterato Pichomkin al desk italiano del ministero degli Esteri, sulla Smolenskaja. Il “ridispiegamento” era un vero ritiro e il “contingente” erano i 115mila uomini dell'OKSVA, l'acronimo russo di Contingente Limitato delle Forze Sovietiche in Afghanistan: cioè la 40ᵃ Armata, la storica 40-ya Obshchevoyskovaya Armiya caricatasi di gloria contro i nazisti sul Dniepr e a Kursk.
È salito vertiginosamente il bilancio del doppio attacco terroristico all’aeroporto di Kabul. Lo Stato islamico l’ha rivendicato, mentre Biden promette che i responsabili verranno puniti. ISPI ha intervistato in esclusiva John Allen, presidente di Brookings Institution (maggiore think tank USA) ed ex Comandante delle forze NATO in Afghanistan.
Una serie di esplosioni all’aeroporto di Kabul provocano numerose vittime civili e tra il personale USA. Non ci sono ancora rivendicazioni ufficiali, anche se i sospetti ricadono sullo Stato islamico.