Il rialzo delle commodities aiuta la ripresa, ma restano i rischi inflazionistici. Il viaggio in Europa di Fernández riaccende le speranze per l’accordo UE-Mercosur?
Continuano le difficoltà per l'economia argentina. Tra inflazione, debito, e bassa crescita, tutti i limiti di un modello ormai inadeguato.
Che cosa possono avere in comune Italia e Argentina, "il paese alla fine del mondo", come lo ha definito Papa Francesco che, come tutti sanno è nato in Argentina, ma è di origini italiane (i genitori erano piemontesi). Sicuramente il dato antropologico è importante se è vero che il 40% (e forse più) della popolazione argentina ha origini italiane e che in Argentina vivono oltre 2 milioni di persone che hanno il doppio passaporto.
Il 14 novembre le elezioni di medio termine potrebbero assestare un duro colpo al governo peronista di Fernández, mentre l’economia è sempre più in difficoltà.
Alla vigilia delle elezioni legislative di metà mandato (simile al voto del “mid term” degli Stati Uniti) gli argentini si preparano ad un possibile terremoto politico. Il voto del 14 novembre, giro di boa del mandato presidenziale, è cruciale per stabilire come saranno gli ultimi due anni alla Casa Rosada di Alberto Fernandez. Si rinnova un terzo dei seggi del senato (24 su 72) e poco meno della metà di quelli della Camera dei deputati (127 su 257).
Dopo la sconfitta alle primarie, il governo peronista a Buenos Aires è in difficoltà per le legislative. Tra le cause, il lungo stop alle attività produttive e la difficile gestione pandemica.
Proteste a Cuba, barricate e tafferugli che continuano a Bogotà, le speranze e i timori del Cile che deve votare e scrivere la nuova Costituzione, la spaccatura sociale mai così forte in Argentina. L’autunno caldo dell’America Latina è appena iniziato, con conflitti e tensioni che attraversano diversi paesi, facendo prevedere una stagione di instabilità quando non è ancora finita l’emergenza sanitaria.
L’Argentina è membro del G20 dalla sua creazione, anche se in varie occasioni è stata sollevata la questione dell’opportunità della sua permanenza nel gruppo delle venti economie più importanti del pianeta.
Sebbene abbia attuato una politica diametralmente opposta a quella del suo grande “rivale” brasiliano, l’Argentina del presidente Alberto Fernandez e della vicepresidente Cristina de Kirchner non è riuscita ad arginare il gran numero di contagi – circa 1.375.000 e 37 mila morti – che hanno fatto dell’Argentina il nono Paese più colpito al mondo.
Sembrava aver retto l’impatto del Covid 19 meglio di altri paesi della regione e invece l’Argentina si è ritrovata con uno scenario persino peggiore: la curva di contagi e decessi in crescita e una recessione ormai incontrollabile. A Buenos Aires amano sentirsi speciali, nel bene e nel male, e così oggi in molti si lamentano di aver sopportato la “quarantena più lunga del mondo” senza però essere riusciti ad arginare l’onda d’urto del coronavirus che a fine settembre fa registrare 750.000 contagi (ottavo paese al mondo) e circa 20.000 decessi.
The future is always uncertain but it seems particularly true for Argentina. As elsewhere, it is unclear how the COVID-19 epidemic will pan out, but Argentina’s proximity to Brazil, a country of 210 million people where contagions seem out of control, poses risks that few other countries have to face.
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