Non si fermano le manifestazioni di piazza in Armenia. Nel giorno dell’anniversario delle violente proteste contro i risultati fraudolenti delle elezioni presidenziali del 2008 che causarono dieci morti (conosciute semplicemente come Marti mek, "primo marzo"), i sostenitori e gli oppositori del premier armeno Nikol Pashinyan sono nuovamente scesi in piazza. Le marce si sono svolte senza particolari incidenti.
10 domande e 10 risposte sulla ripresa del conflitto in Nagorno-Karabakh tra Azerbaigian e forze armene.
Anche se al momento non sembrano esserci particolari preoccupazioni sul piano della sicurezza energetica, un’ulteriore escalation del conflitto in Nagorno-Karabakh potrebbe arrivare a coinvolgere due tra le principali infrastrutture che “corrono” non molto lontano dalla zona interessata dagli scontri: il Corridoio Meridionale del Gas, di cui il TAP è solo la parte finale, e l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan.
Il Nagorno-Karabakh è al centro di una annosa contesa territoriale tra Armenia e Azerbaigian che si trascina da circa 30 anni.
Lo scontro tra Armenia e Azerbaijan per il Nagorno Karabakh rischia di aprire un nuovo fronte tra Erdogan e Putin?
Tra il 12 e il 16 luglio, Armenia e Azerbaigian sono tornati a confrontarsi militarmente nell’ormai trentennale conflitto per il Nagorno-Karabakh – parte integrante del territorio azerbaigiano governata di fatto, e con il sostegno di Erevan, da una autoproclamata Repubblica insediatasi manu militari nella regione e in sette distretti a essa limitrofi tra il 1992 e il ’94.
Today, Russia and the West face the most severe crisis in their relations since the end of the Cold War.
2019 started off on an optimistic note in the context of the Nagorno-Karabakh conflict. On 16 January, Armenian foreign minister Zohrab Mnatsakanyan and Azerbaijani FM Elmar Mammadyarov met in Paris for the fourth time over the last nine months. The result was a rather upbeat press release by the OSCE Minsk Group mediating the peace process, stating that both parties agreed to take “concrete measures to prepare the populations for peace”.
These are interesting times for post-soviet politics watchers. Over the past months, we have witnessed several important political transitions in the region.
Lo scorso 23 aprile, una notizia inaspettata ha sorpreso i numerosi manifestanti che da diversi giorni continuavano a riversarsi nelle strade della capitale armena Erevan. Il suono dei clacson - simbolo di protesta contro Serzh Sargsyan, l’uomo che ha dominato la scena politica armena per oltre dieci anni - non è cessato, ma è diventato improvvisamente simbolo di giubilo e di vittoria: Sargsyan si era dimesso dal ruolo di primo ministro, proprio come chiesto dai manifestanti.
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