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Bouteflika

Algeria: una nuova primavera araba?

L’Algeria, un gigante in bilico

Le elezioni del 4 maggio 2017 tra proteste e disaffezione

Successione in gioco ad Algeri: tanti partiti e troppi astenuti

Mentre le voci sul decesso del presidente algerino Adbel Aziz Bouteflika si riconcorrono in un crescendo incontrollato, l'aria che si respira nel paese nordafricano è quella antecedente una grande tempesta: carica di tensione, immobile, cupa. Intorno al raìs ottuagenario, in carica per il quarto mandato, famiglia e fedelissimi fanno scudo affinché gli avversari non possano sfruttare il momento di fragilità ma, allo stesso tempo, affilano i coltelli per escludersi a vicenda dalla corsa alla successione.

L’Algeria e i suoi vicini: una nuova strategia regionale

Sono anni ormai che le Cassandre di turno illustrano lo stato periclitante dell’Algeria e preannunciano il rischio incombente di un suo precipitare in una rovinosa spirale di instabilità.

Il "Decennio nero" algerino: una ferita ancora aperta

Gli anni Novanta in Algeria sono stati caratterizzati da una sanguinosa guerra civile le cui pesanti eredità sono riscontrabili ancora oggi: un lungo conflitto interno cominciato nel 1992 – data del colpo di Stato militare – e terminato attorno al 1999, anno dell’elezione del presidente Abdelaziz Bouteflika, anche se episodi di violenza sono continuati negli anni successivi.

Algeria: nessuna primavera (per ora) e un Islam frazionato

I più significativi cambiamenti politici prodotti dalle cosiddette Primavere arabe si sono concentrati in Nord Africa. Tre paesi – Tunisia, Egitto, e Libia – hanno infatti visto la destituzione di dittatori di lungo corso, mentre la mentre la monarchia marocchina è stata costretta a concedere, per fiaccare le proteste, una significativa revisione costituzionale. In un tale contesto, la stabilità del regime autoritario in Algeria è emersa come sorprendente. Questo non significa, ovviamente, che il paese non sia stato attraversato da movimenti di contestazione.

Italy and Algeria, a stable partnership in a troubled region

It is well known that the oil and gas sector is the backbone of the Algerian economy, accounting for about 35 per cent of gross domestic product, and two-thirds of total exports; that the first commercial oil discovery was in 1956 and that production started in 1958 during the bloodiest anti–colonial revolt of national liberation in Arab history. And that Italy was at that time – and still is - in great need of this resource for its own development. 

Algeria: Bouteflika ancora senza eredi

Il quarto mandato di Bouteflika tiene tutti con il fiato sospeso. O meglio: da quando il presidente algerino era stato vittima di un’ischemia nell’aprile 2013 (e dopo aver evitato la morte nel 2005 per un’ulcera emorragica), gli algerini si interrogano sulle sue condizioni di salute, ipotizzando un avvicendamento al vertice, che tuttavia per ora, contro tutti i pronostici, non è ancora avvenuto.

Le incognite della diversificazione energetica algerina

Nel panorama caotico che ha contraddistinto nell’ultimo triennio il Mediterraneo e il Medio Oriente, l’Algeria ha rappresentato una sorta di eccezione. Una condizione di stabilità riconducibile in parte al ricordo della tragedia della guerra civile algerina degli anni Novanta – che provocò oltre 200mila vittime – e in parte alle politiche sussidiarie adottate dal governo per scoraggiare il malcontento popolare interno.

Algeria: verso un Bouteflika IV

Gli algerini sono nuovamente chiamati alle urne, e salvo sorprese dell'ultima ora, riconfermeranno Abdelaziz Bouteflika come presidente per la quarta volta dopo il 1999. Paese di estrema importanza, grazie alla sua posizione strategica al centro del Mediterraneo e del Maghreb e alle sue ingenti risorse energetiche, l’Algeria si presenta all’appuntamento elettorale con un’apparente stabilità politica e una buona situazione economica. In Algeria lo status quo ha retto, grazie a un mix di sussidi governativi e il ricordo del sanguinoso del conflitto civile, anche agli urti delle Primavere arabe che hanno sconvolto il quadro regionale. Numerose incertezze gravano però sul futuro del paese. Le proiezioni sui già alti indici di disoccupazione giovanile, tra i motivi scatenanti delle rivolte arabe, sono preoccupanti. A ciò si unisce l’instabilità delle frontiere e il terrorismo transnazionale islamista, che ha fatto del sud del paese la sua base operativa. Problemi e incertezze che esistevano prima di Bouteflika e che difficilmente gli algerini vedranno risolti nel prossimo quinquennio. Il presidente soffre di seri problemi di salute, e la sua ennesima ricandidatura è sintomo di una cronica incapacità di rinnovamento di una classe dirigente timorosa e incapace di guidare l’Algeria verso le necessarie riforme politiche ed economiche di cui il paese ha bisogno.

L’elezione del nuovo (o vecchio) presidente in Algeria

Il pre-elezioni e il dopo-elezioni potrebbero rivelarsi più importanti delle stesse elezioni presidenziali in programma in Algeria il 17 aprile. Con Abdelaziz Bouteflika candidato dopo tre mandati già compiuti l’impressione è che i giochi siano stati fatti con la convergenza sul presidente uscente di tutti i gruppi di pressione che contano. Il peso degli anni e l’urgenza ampiamente riconosciuta di un mutamento sono stati sacrificati alla stabilità.

L’Algeria dalle incognite del dopo-Bouteflika al ritorno di Bouteflika

L’Algeria ha fama di essere uno stato a governo “forte”. Eppure da mesi è come se fosse senza presidente. Il presidente in carica Abdelaziz Bouteflika, già sofferente da anni per un male non meglio identificato allo stomaco, ha avuto in aprile un insulto ischemico, che non avrebbe però leso organi vitali. È stato a lungo in cura in ospedali francesi. La prima immagine durante la convalescenza fu trasmessa in giugno per mettere a tacere i dubbi sulle sue condizioni reali. In luglio ha fatto ritorno ad Algeri.

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