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Crisi

Sicurezza energetica: Obama (non) ci salverà

Lo scorso 8 luglio il Washington Post ha reso pubblico un documento confidenziale(1) in cui i funzionari europei impegnati nei negoziati per il TTIP, il potenziale accordo commerciale con gli Stati Uniti al centro di numerose polemiche, chiedono agli americani di aprire uno specifico capitolo negoziale sulle materie prime e l’energia.

Oltre la Crimea. Russia contro Europa?

La crisi dell’Ucraina – che, dopo l’annessione della Crimea alla Russia, continua nelle regioni orientali del paese – ha profondamente modificato la posizione di Mosca nello scenario internazionale. 

La Russia deve ora affrontare una crisi dei suoi rapporti con l’Occidente ancora più grave di quella seguita alla guerra con la Georgia dell’agosto 2008, che pure aveva indotto molti osservatori a parlare con eccessiva precipitazione di “nuova guerra fredda”. Questo volume affronta i temi centrali della odierna situazione russa, tanto nella sfera interna (politica, economia) quanto in quella esterna (la dimensione energetica, i rapporti con l’Europa, gli Stati Uniti, l’Asia Centrale e la Cina). 

Israele in crisi d'identità - Intervista a Vittorio Dan Segre

Intervista di Arturo Varvelli, ISPI Research Fellow

 

Approfondimenti - Quali scenari per la crisi in Ucraina?

L’analisi della crisi ucraina richiede di non sottostare a narrative semplici e immediate e di andare oltre schemi interpretativi tradizionali che attingono ancora erroneamente al paradigma della guerra fredda. Al fine di comprendere la natura di tale crisi e di articolare scenari e pos-sibili soluzioni è necessario sia guardare alle dinamiche interne del paese sia valutare il peso e le leve di potere che una pluralità di attori – stati e organizzazioni – possono esercitare sull’Ucraina.

Brasile: un posto fra i grandi - il punto di Paolo Magri

 

Abstract

Lula ha saputo usare risorse e limiti del suo paese per farne un protagonista della scena internazionale. La rainbow diplomacy.

Un Bric molto peculiare. Il rallentamento economico e il profilo di Dilma sembrano mettere in questione il rango appena conquistato

 

Paolo Magri, Direttore e Vice Presidente esecutivo dell'ISPI.

* L’articolo è stato pubblicato su Limes, Brasiliana, Il Brasile nel mondo, 6/14.

 

Brasile 2014: alla ricerca di un nuovo modello sostenibile

Nei primi tre anni della presidenza di Dilma Rousseff il tasso di crescita del Pil brasiliano si è praticamente dimezzato (al 2% circa) rispetto alla media dei due mandati del presidente Lula (2003-2010). Anche l’anno in corso non è cominciato sotto i migliori auspici. Il prodotto nel primo trimestre è progredito appena dello 0,2% rispetto al periodo precedente (0,8% su base annua), sostenuto esclusivamente dalla spesa per consumi del governo e dall’accumulo di scorte.

Gli errori (e le ragioni) dell'Occidente

La vicenda Ucraina dimostra come i parametri del diritto internazionale, con specifico riguardo alla autodeterminazione da un lato e alla salvaguardia dell'integrità territoriale dall'altra, stentino ad affermarsi con inequivoci profili di determinatezza in assenza di una governance internazionale degna di questo nome. Con la conseguenza di lasciare spazio a dinamiche suscettibili di sfuggire di mano, con conseguenze imprevedibili e potenzialmente perniciose.

Crisi ucraina: più Cina e meno Giappone per il nuovo zar

La crisi internazionale che ruota intorno alle sorti dell’Ucraina avvicina la Russia alla Cina e la allontana dal Giappone. Ciò rappresenta un cambiamento significativo degli equilibri strategici in Asia soprattutto perché si manifesta come un’inversione di tendenza.

Ritorno al futuro per la Nato

Nel novembre 2010, a Lisbona, l’Alleanza Atlantica approvò il nuovo Concetto Strategico, per l’occasione tradotto anche in cirillico, il quale ribadiva che «NATO poses no threat to Russia».

La Transnistria non è la Crimea

Il recente referendum sullo status della Crimea e il successivo avvio dell'iter di annessione alla Russia sembrerebbero costituire un significativo precedente per quelle regioni del cosiddetto “Estero Vicino” russo che aspirano alla propria indipendenza o, quanto meno, a tornare effettivamente sotto la guida moscovita.

Crisi ucraina. La colpevole faziosità di Bruxelles

L’Ucraina vive ore di grande tensione e si trova sull’orlo di una guerra civile. E’ necessario che l’Occidente analizzi con attenzione e onestà intellettuale quanto è avvenuto nel corso delle ultime settimane per trovare una soluzione che permetta realmente alla democrazia di trionfare e d'indicare la legittima amministrazione pubblica per il paese. Vi sono in Ucraina essenzialmente due fazioni in competizione: una orientata a stabilire più forti legami con l’Unione Europea e una orientata a mantenere legami privilegiati con la Federazione Russa.

Dopo Chávez: la leadership perduta

A un anno dalla morte del Comandante Hugo Chávez, il Venezuela vive la sua stagione più difficile degli ultimi quindici anni. Allo stallo politico-istituzionale, che frena qualsiasi prospettiva riformista, si accompagnano evidenti problemi di carattere socio-economico: inflazione alle stelle, iper-svalutazione della moneta nazionale, calo della produzione e degli investimenti nel settore petrolifero, nonché una recrudescenza dei fenomeni criminali. Nicolás Maduro in un solo anno è riuscito a dissipare un'importante eredità politico-ideologica, di fatto favorendo l'insorgere di una rivolta sociale che, da oltre un mese, ha paralizzato il paese alzando notevolmente il livello di conflittualità. In questo clima di tensione e di crescente radicalizzazione dello scontro, alimentato anche dalle divisioni interne tra "falchi" e "colombe" delle rispettive fazioni contrapposte, il Venezuela post-chavista sembra destinato nel breve e medio periodo a incamminarsi verso una sostanziale instabilità.

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