Sui fatti di Capitol Hill, la commissione sostiene che l’ex presidente scelse di non chiamare le forze di sicurezza mentre i manifestanti irrompevano nel Campidoglio.
Donald Trump passerà alla storia come l’unico presidente degli Stati Uniti d’America sottoposto a ben due procedure di impeachment, di cui la seconda successiva al tentato colpo di stato perpetrato dai suoi sostenitori a ridosso dell’insediamento del suo successore Joe Biden, che per mesi è stato ingiustamente accusato di aver defraudato il voto con cui è diventato presidente.
Il mandato di Trump è stato caratterizzato da uno scontro frontale con la Cina, un progressivo ritiro dai fronti in Medio Oriente, nonché il disimpegno dall’accordo sul nucleare con l’Iran, una debole interlocuzione coi partner europei, e quasi nessuna condanna nei confronti dell’autoritarismo della Russia, che inizialmente venne sospettata di aver favorito proprio l’elezione di Trump. Donald Trump ha anche ritirato il proprio paese dagli accordi di Parigi sul clima, concretizzando la propria impostazione negazionista sul surriscaldamento globale.
Se sia tutta colpa degli Stati Uniti e Vladimir Putin sia una vittima della Nato, o, invece, se il Presidente russo sia in preda a incontrollabili ambizioni imperiali da XIX secolo – dibattito che in Italia ha assunto la forma di un derby calcistico – è un confronto che esiste da anni, da molto prima della guerra.
L'aggressione russa e le distruzioni in Ucraina lo hanno solo accelerato: il comportamento Usa è stato una provocazione, forse una trappola, oppure Putin ha sbagliato tutto da solo?
Non c'è testata di qualità globale che non dedichi il dovuto spazio all'anniversario del 6 gennaio: quando una folla di facinorosi repubblicani prese d’assalto il Campidoglio di Washington per impedire l’elezione di Joe Biden; quando la democrazia americana visse il suo momento più drammatico dai tempi della Guerra Civile.