Nel corso delle campagne elettorali, ancor più alla vigilia di cruciali appuntamenti come saranno le presidenziali del prossimo novembre per gli Stati Uniti, è buona norma per i governi stranieri evitare di ingerire in questioni afferenti il processo elettorale con posizioni o dichiarazioni che, direttamente o meno, potrebbero influenzare l’esito del voto. Questa buona norma, però, non sempre viene rispettata e pare esserlo stata ancora meno in relazione al duello tra Hillary Clinton e Donald Trump.
1. How has the American electorate changed over the last years and what is the possible impact on the forthcoming elections?
Hillary Clinton si appresta a essere incoronata candidata democratica alla Presidenza. Per la prima volta una donna ottiene la nomination di uno dei due principali partiti e ha una chance molto concreta di giungere alla Casa Bianca. Si tratta di un passaggio davvero storico.
La campagna presidenziale 2016 si è configurata come la più anomala degli ultimi decenni. Il successo alle primarie democratiche del “socialista” Bernie Sanders e la conquista della candidatura repubblicana del “populista” Donald Trump hanno significato la comparsa di personaggi eccentrici rispetto alle principali tradizioni politiche dei due partiti.
Un’America divisa, insoddisfatta, impaurita e anche insanguinata, sta vivendo la campagna presidenziale con un misto di scetticismo e di speranza che il voto di novembre possa portare una svolta. Così le due Convention, quella repubblicana a Cleveland, e quella democratica a Philadelphia, si presentano come due mondi contrapposti e distanti.