Le sanzioni (e le auto-sanzioni) mordono la Russia. Alla fine anche Renault ha dovuto cedere: il gruppo automobilistico occidentale più esposto sul mercato russo ha annunciato lunedì la sua uscita dal Paese. L’accordo prevede la cessione della totalità delle sue azioni per due soli rubli, con un’opzione di riacquisto entro sei anni. Eppure a Mosca non sembrano intenzionati ad aspettarli con le mani in mano, anzi.
I cambiamenti climatici, la guerra e la crisi economica affamano il mondo. L’Onu: “Basta scuse: i combustibili fossili sono un vicolo cieco”.
Sono trascorsi 16 giorni da quando la Commissione europea ha annunciato il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea, incentrato sull’embargo del petrolio russo. Un pacchetto che però non ha ancora visto la luce per la difficoltà di mettere d’accordo tra loro 27 governi. I Paesi europei stanno comunque compiendo una serie di azioni per smarcarsi il più in fretta possibile dal petrolio e dal gas naturale russi. Ma, senza una cornice comune, raggiungere l’obiettivo sarà molto difficile. Ecco perché.
Seguendo con l'attenzione dovuta i due giorni intensi della visita di Mario Draghi a Washington, ho avuto un moto di tristezza: pensando che a meno di un miracolo, fra un anno non saremo più governati da lui. Per le cose che ha saputo dire sull'Ucraina, il modo in cui l'ha fatto – determinazione riguardo alla guerra e visione di un futuro oltre il conflitto – Draghi merita quella definizione politica che in Italia è giusto sia usata con parsimonia: statista.
La Finlandia annuncia: “chiederemo di entrare nella Nato”. E lo stesso sta per fare la Svezia. Addio neutralità: ad innescare il cambiamento è stata l’invasione dell’Ucraina.
Mercoledì nero a Wall Street. Per i principali indici azionari statunitensi, la seduta di ieri è stata la peggiore dal giugno 2020, in piena prima ondata di Covid. S&P 500 ha registrato un meno 4%, con il 98% dei titoli in esso raccolti che hanno subito perdite.
L’esigenza di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia ha riportato d’attualità il dibattito sul nucleare. Pro e contro – diversi da Paese a Paese – vanno valutati con grande attenzione.
Il conflitto frena un agroalimentare in forte ripresa dopo la pandemia. Se l’Europa è al sicuro, su Africa e Medio Oriente pesa molto la dipendenza da Kiev e Mosca.
Oggi la Commissione europea ha presentato il suo piano per accelerare la transizione energetica. Il mix di proposte legislative e raccomandazioni mira a tre obiettivi fondamentali, da qui al 2030: ancora meno consumi energetici (dal -9% previsto al -13%), più fonti rinnovabili (raggiungendo il 45% dei consumi), e diversificazione delle importazioni.
Il conflitto in Ucraina rallenta la crescita e spinge in alto l’inflazione. Rinviato il Patto di Stabilità e Crescita, ma resta il tema della sostenibilità del debito.
Fino al 6 giugno 2022 è online il bando per partecipare al “Programma di tirocini MAECI-MUR-Università̀ Italiane” che offre la possibilità di svolgere un tirocinio curriculare presso le Rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari e gli Istituti di Cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.
La resistenza ucraina riprende Kharkiv e raggiunge il confine con la Russia. Per Stoltenberg “L’Ucraina può vincere”, mentre Finlandia e Svezia confermano il ‘sì’ alla Nato.