Ankara invita a boicottare il Made in France e Parigi si appella alla difesa della libertà d’espressione. Intanto in diversi paesi a maggioranza musulmana si protesta contro Emmanuel Macron, mentre da Nizza ad Avignone nell'Esagono è di nuovo allarme terrorismo.
Venerdì 16 ottobre poco prima delle 17 il diciottenne ceceno Abdoulakh Abouyezidvich ha ucciso e decapitato un insegnante a Conflans-Sainte-Honorine, nella regione a nord di Parigi. Secondo le ricostruzioni, all’arrivo della polizia l’assassino ha sparato agli agenti con una pistola ad aria compressa, poi li ha aggrediti con un coltello gridando “Allah Akbar” ed è stato ucciso.
Nella tarda mattinata di oggi, nel centro di Parigi, a poca distanza dall’ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo (oggetto di un grave attacco terroristico il 7 gennaio 2015), due persone hanno aggredito in strada alcuni passanti a colpi di machete. Due persone sarebbero rimaste ferite, in maniera grave. La polizia ha successivamente fermato i sospetti.
L’Eliseo di buon mattino annuncia le dimissioni del primo ministro Eduard Philippe. Dimissioni accettate dal presidente Emmanuel Macron che fa subito sapere di voler rapidamente indicare il nuovo capo del governo. E infatti, nemmeno tre ore dopo, viene nominato Jean Castex, anche lui repubblicano, ex consigliere di Sarkozy. Ma con caratteristiche diverse rispetto a primo ministro uscente.
In un difficile quadro economico, il 3 luglio sono state annunciate le dimissioni del Governo guidato da Edouard Philippe. Una mossa accelerata dall'elezione dell'ormai ex premier a sindaco di Le Havre, e che toglie (per ora) dalla scena nazionale un personaggio politico con una popolarità crescente, soprattutto per la gestione della crisi sanitaria.
Il presidente Emmanuel Macron proroga il lockdown fino all’11 maggio ma lascia intravedere l’inizio di una ‘fase due’. E mentre il virus morde ancora, a preoccupare è anche l’economia, alle prese con la sfida più grande e difficile dal dopoguerra.
Giovedì nero in Francia per lo sciopero generale contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron. Oltre 250 cortei e un’adesione altissima dei lavoratori di tutti i settori hanno paralizzato l’intero paese. Sull’Eliseo incombe il fantasma degli scioperi di massa che, nel 1995, costrinsero il governo a ritirare il contestatissimo “Plan Juppé” sulle pensioni. Come andrà stavolta? E Macron, sarà costretto a fare marcia indietro?
Nel novembre 2017 in Francia è entrata in vigore la nuova legge antiterrorismo, la numero 1510, fortemente voluta dal presidente Emmanuel Macron per sostituire lo stato d’emergenza. Tale regime d’urgenza fu proclamato dal suo precedente Francois Hollande nel novembre 2015, dopo gli attacchi di Parigi, e fu prorogato dal parlamento ben cinque volte, restando in vigore per quasi due anni.
Se ne è andato a 86 anni, dopo una malattia lunga e crudele, uno degli ultimi campioni della politica di un’altra epoca. Jacques Chirac è stato un professionista del potere, capace di umanità e di cinismo, di slanci visionari e di opportunismi personali.
Lo scorso 7 gennaio le forze islamiste e i Tuareg che si riuniscono intorno alle sigle di Ansar Dine, Mujao, Aqim e Mnla hanno lanciato un’importante offensiva militare verso il sud del Mali con l’obiettivo di conquistare Bamako. La Francia, in qualità di ex potenza coloniale, già dallo scorso 11 gennaio, ha accolto solitaria la richiesta di aiuto del presidente ad interim Diocounda Traoré.
Nel 40esimo anniversario della rivoluzione, l’Iran lotta contro il nuovo tentativo di isolamento internazionale condotto dagli Stati Uniti, dopo l’abbandono del JCPOA da parte di questi ultimi e la conseguente reintroduzione delle sanzioni. Una politica, quella di Washington, che non ha incontrato il favore dei paesi europei, che lottano invece affinché rimanga aperto il canale economico e commerciale con Teheran, indispensabile per salvare il JCPOA.
Il ritorno a Roma dell’ambasciatore di Francia Christian Masset, che ha subito incontrato il Presidente Sergio Mattarella recapitandogli un invito ufficiale da parte di Emmanuel Macron a recarsi in Francia in visita di Stato, viene a chiudere formalmente la crisi diplomatica fra i due paesi.