Abstract
Nell’affrontare la questione del ruolo che l’Europa gioca (e potrà giocare in futuro) nel mondo e degli orientamenti strategici che dovrebbero guidarne pensiero e azione, è importante soffermarsi anche su quelli che sono i vincoli strutturali con cui bisogna fare i conti. Quando osserviamo la situazione dei rapporti energetici, questi condizionamenti devono essere tenuti bene a mente, e vale la pena qui ripercorrerli brevemente.
L'approvvigionamento di idrocarburi rappresenta uno dei fattori di maggior rilevanza internazionale dell'area del Caucaso meridionale. L'Azerbaigian, in particolare, si presenta nel duplice ruolo di paese produttore e di paese di transito per la produzione dell'Asia centrale. I recenti sviluppi infrastrutturali sembrano tuttavia mostrare una crescente rilevanza del primo aspetto, destinato con ogni probabilità a restare prevalente nei prossimi decenni.
Uno stato debole, ma in possesso dell’arma atomica, una transizione democratica appena abbozzata e già ostacolata dal coacervo di tensioni interne, un involontario (o colluso?) porto franco per i terroristi. Parlare del Pakistan è come guardare in un caleidoscopio: più si cerca di metterlo a fuoco, più tutto si confonde e il quadro d’insieme, inesorabilmente, scompare.
Se il palcoscenico internazionale fosse un parco di divertimenti, l’immagine che meglio si presterebbe a rappresentare le relazioni tra Iran e Pakistan sarebbe quella di un ottovolante: alti e bassi, in continuo mutamento. L’Iran che nell’agosto 1947 fu il primo paese a riconoscere ufficialmente il Dominion del Pakistan all’indomani della sua nascita era un Iran profondamente diverso da quello odierno.