Due decisioni storiche per Francoforte: il primo rialzo dei tassi dal 2011 e lo "scudo anti-frammentazione". Uno strumento innovativo, da usare con prudenza.
Dopo quasi vent’anni di retorica multipolare, il contesto internazionale si ritrova immerso in due concomitanti retoriche bipolari.
Il 24 giugno scorso il Parlamento Europeo ha pubblicato il testo finale del Digital Operational Resilience Act europeo. Le negoziazioni sono chiuse e il testo, al netto di ulteriori emendamenti residuali che verranno discussi durante la sessione plenaria, è ormai definitivo.
L’UE ha appena varato il nuovo round di misure economiche contro la Russia. Anche se mirate e ben costruite, l’efficacia è inferiore alle aspettative.
In Europa la parità euro-dollaro non la si vedeva dal 2002. Ma a essere colpito non è stato solo il cambio euro-dollaro: tutte le valute principali si sono indebolite nei confronti del biglietto verde. A spingere verso l’alto il valore della moneta USA sono state senza dubbio le mosse della Federal Reserve americana. Nel 2022, con una guerra in corso, la crisi energetica e la superinflazione non poteva mancare anche una guerra valutaria. È quella che potrebbe scoppiare se il dollaro continuerà a rafforzarsi nei confronti delle altre valute globali. Ecco perché.
Sono sempre più preoccupanti gli allarmi per la salute degli oceani e il loro futuro sviluppo sostenibile. Ma da innovazione e finanza emergono prospettive positive.
L’economia del gigante africano arranca malgrado gli alti prezzi delle materie prime, favorevoli in teoria a un grande produttore di idrocarburi. E nel 2023 si vota.