In Saudi Arabia, a slow, gradual power transfer process has just started. This emerges from recent appointments consolidating the next generation of the Saudi ruling class, and also from a series of diplomatic steps through which the Saudi crown prince Mohammed bin Salman Al Saud (also known as MbS) has regained the political forefront.
The “warrior prince” Mohammed bin Salman al-Saud seems to have decided to play the ′alliance-maker` card. As the US President Joe Biden’s visit to Saudi Arabia approaches, Riyadh has rediscovered diplomacy, sending significant signals to Israel. Foreign policy and leadership rebranding overlaps in Riyadh now.
Prossima visita di Joe Biden in Medio Oriente: oltre a Israele e Palestina, il presidente Usa andrà in Arabia Saudita, che aveva definito “un pariah”.
Per l’Arabia Saudita, la crisi internazionale seguita all’invasione russa dell’Ucraina offre opportunità e rischi. Sul fronte economico, la risalita del prezzo del petrolio sostiene la diversificazione post-idrocarburi del regno, fra nuovi progetti urbanistici e industria nazionale della difesa. Il piano diplomatico è invece denso di rischi: nessun ridimensionamento, finora, delle alleanze “multipolari”, anche a costo di logorare quelle tradizionali.
Mohammed bin Salman a 36 anni è il primo erede al trono della corona saudita: ma chi è "MBS"?
Un rapporto dell’Intelligence Usa accusa il principe saudita Mohammed Bin Salman di essere coinvolto nell’omicidio Khashoggi. Un altro segnale del cambio di rotta nelle relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita
La Cina si trova in questi giorni a guardare verso ovest. Un ovest vicino al Paese, decisivo per la riuscita dei progetti infrastrutturali della “Belt and Road Initiative” (BRI). Il 19 febbraio, Wang Yi, ministro degli esteri cinese, ha incontrato la sua controparte iraniana, Mohammad Javad Zarif. Pochi giorni dopo, il 21 febbraio, il Presidente Xi ha invece accolto Mohammed bin Salman, principe ereditario saudita.
In tanti abbiamo provato quasi un moto di tenerezza, vedendo il giovane Mohammed bin Salman, detto MbS, solo ed evitato da tutti i partecipanti al G20 di Buenos Aires, la settimana scorsa. Povero principe Calimero. Per fortuna ci ha pensato Vladimir Putin, noto per il suo cuore tenero, che con un grande sorriso gli ha dato pubblicamente un amichevole cinque. Forse gli avrà anche spiegato come togliere di mezzo i giornalisti scomodi senza farsi scoprire. Vladimir Vladimirovic ha una certa expertise.
Since Crown Prince Mohammad bin Salman’s de facto takeover of Saudi Arabia’s rule, the kingdom has been trying to adapt and adjust to his reformism. From the promotion of Vision 2030, which opened up to top-down socio-economic reforms to an assertive foreign policy – the push for the embargo on Qatar and the conflict in Yemen, above all – the Crown Prince has been in the spotlight both domestically and internationally. While opportunities lie ahead, so do challenges.
A più di due anni di distanza dal suo lancio, si può tentare di delineare un bilancio preliminare di Saudi Vision 2030. La roadmap, annunciata ad aprile 2016 da Mohammed Bin Salman, si propone di trasformare l’economia e la società del regno, riducendone la dipendenza dagli idrocarburi, potenziando il settore privato, integrando maggiormente il paese nel sistema economico internazionale e modernizzandone l’assetto sociale. Fino a ora, tuttavia, i risultati appaiono in chiaro-scuro.
Lanciati nel 2016 dal potente Principe Mohammad bin Salman (MbS), Vision 2030 e relativo programma di implementazione, il National Transformation Programme (NTP) 2020, promettono di stravolgere la politica economica di uno dei maggiori stati rentier del mondo, l’Arabia Saudita. Obiettivo principale è preparare il paese alla contrazione e ulteriore volatilità del mercato petrolifero, dalla cui commercializzazione oggi dipende l’80-90% del budget statale del regno.