On February 1st, 2021, the Myanmar army (Tatmadaw) announced the change of regime in the country. Within a few hours, the military arrested the leaders of the National League for Democracy (NLD), the party that won the elections twice in five years, gaining about 80% of the seats in Parliament in November 2020. The army’s key target was Aung San Suu Kyi, an icon for Myanmar’s people and a symbol of the battle against the military.
Il primo febbraio del 2021 il Tatmadaw, l’esercito del Myanmar, annunciava al mondo intero il cambio di regime in Birmania. In una sola mattina i militari arrestano i vertici della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il partito che per la seconda volta in cinque anni aveva vinto liberamente le elezioni, ottenendo nel novembre del 2020 circa l’80% dei seggi in Parlamento.
Alla fine la condanna è arrivata, l’ennesima. Aung San Suu Kyi, 76 anni, dovrà scontare 4 anni di carcere per un capo d’accusa risibile: importazione illegale di walkie-talkie. La condanna si aggiunge a quella a due anni comminata a dicembre, per incitamento ai disordini seguiti al golpe militare di febbraio.
The armed forces of Myanmar, also known as Tatmadaw, originated when former Burma was at war with Great Britain. The story goes that at a ceremony in Bangkok in 1941 a so-called group of "Thirty Comrades" decided to establish an army to liberate Burma from the British, giving life to the armed resistance that ultimately led the country to independence in 1948. A historical moment that has been memorialized in the Military Museum of Nay Pyi Taw, the capital of Myanmar, where there are stories and testimonies of the event.
Le forze armate del Myanmar, conosciute anche come Tatmadaw, nascono quando l’ex Birmania era in guerra con la Gran Bretagna. La storia narra di una cerimonia a Bangkok nel 1941, dove il cosiddetto gruppo dei “Trenta compagni” decise di fondare un esercito con lo scopo di liberare la Birmania dagli inglesi, dando vita alla resistenza armata che portò il paese all’indipendenza nel 1948. Un momento storico magnificato nel Museo militare di Nay Pyi Taw, la capitale del Myanmar, dove si trovano racconti e testimonianze dell’evento.
Tre mesi dopo il golpe militare, i generali non hanno ripreso il pieno controllo del paese e vista la portata della resistenza, non è chiaro se ce la faranno mai. Intanto la comunità internazionale valuta l'embargo sulle armi.
It’s a witch-hunt against journalists in Myanmar, again. However, this time around the independent media industry shows more resilience than in past military repressions. Arrests, threats, and raids continue to hold back the free news flow. Some journalists decided to seek shelter and continue to work just across the border with northern Thailand.
Nei quartieri più poveri di Yangon, in palafitte pericolanti e baracche dai tetti in lamiera, la popolazione è allo stremo. Dopo il golpe militare del primo febbraio manca tutto: lavoro, medicine, cibo. Una gravissima crisi alimentare potrebbe estendersi alle zone più vulnerabili del Myanmar, non solo nella capitale di un tempo, ma anche in aree rurali dove si consumano o si sono riaccesi i conflitti armati fra guerriglie di minoranze etniche autonomiste e l’esercito birmano. Già 400mila persone hanno bisogno di assistenza nelle regioni Chin, Kachin, Rakhine e Shan.
China’s reaction to the military coup in Myanmar has been as pragmatic as it could be expected. The multiple and often conflictual layers composing its bilateral relations with the Southeast Asian neighbor are certainly a factor explaining its cautious, uncommitting pronouncements following the coup.
Anche se inizialmente la protesta pacifica e il movimento di disobbedienza civile contro il golpe dei militari birmani sembrava essere l’unico fronte aperto per gli uomini in divisa dell’esercito birmano (Tatmadaw), col tempo è diventato sempre più evidente che la giunta insediatasi l’1 febbraio avrebbe avuto a che fare con un altro fronte: quello militare delle autonomie armate, gli eserciti regionali che da decenni hanno fatto oscillare l’architettura statale birmana sul baratro di una guerra civile diffusa.
Il 1 febbraio l'esercito birmano ha preso il potere in Myanmar, arrestando molti parlamentari tra cui Aung San Suu Kyi, simbolo della democrazia nel paese. Ma, nonostante le minacce di morte e le uccisioni, i giovani non ci stanno. Ne parlano insieme Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti.
Ascolta "02. Scontri in Myanmar" su Spreaker.
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