La storia recente del Mali è costellata di accordi fra potere centrale e ribelli tuareg del nord. È successo nel ’91, nel ’95, nel ’96, nel 2006 e nel 2008. Minimo comun denominatore è che la pace al nord non è mai durata un granché. Ma questa volta, secondo molti, sarà diverso.
I disastri di una guerra non si vedono mai soltanto nel campo di battaglia; il più delle volte sono destinati a espandersi, a interessare chi non è direttamente coinvolto e a protrarre i suoi molteplici effetti nel tempo.
La chiamano diaspora tax, è il controverso tributo che il governo eritreo impone agli emigrati sui redditi che producono all’estero (e che si aggiunge alle imposte dovute agli stati che li ospitano). Questa imposta è stata introdotta nel 1995 con la legge n. 67 (Diaspora Income Tax Proclamation), ma in realtà affonda le radici negli anni precedenti. Nel 1993, raggiunta l’indipendenza dall’Etiopia, l’Eritrea chiede agli espatriati di donare una parte dei redditi per contribuire alla ricostruzione del paese. La risposta è generosa.
Negli ultimi mesi l’Asia orientale ha dato di sé l’impressione di essere una santabarbara pronta a saltare in aria. Un pericoloso mix di sentimenti nazionalisti e politiche nazionali ha reso il clima della regione irrespirabile, riportando a galla e, in alcuni casi, esacerbando, lunghe e angosciose controversie che per decenni hanno frustrato la possibilità di costruzione di solidi rapporti tra paesi di quell’area.
Il viaggio in Medio Oriente del presidente Obama, proprio nel decimo anniversario dell’invasione anglo-americana dell’Iraq, non prevede una tappa nella penisola anatolica. Ciò non toglie che la Turchia rimanga un partner strategico per Washington nella regione, sebbene nell’ultimo decennio le relazioni bilaterali abbiano attraversato fasi alterne e non siano mancate tensioni e divergenze sui più critici dossier regionali.
Il 2013 dovrebbe essere l'anno conclusivo per condurre in porto l'iniziativa originariamente lanciata dall'Italia di un Codice di Condotta sulle attività spaziali. Si tratta di un progetto che il nostro paese presentò in occasione della Conferenza spaziale tenutasi a Berlino nel 2007 e che poi venne recepito dall’Unione europea, approvato nel 2008 dal Consiglio europeo e successivamente lanciato sulla scena internazionale.
To what extent has the French intervention weakened the African Union leadership on the Malian crisis?
Sono trascorsi ormai più di vent’anni dalla fine della guerra fredda e della politica dei blocchi, che aveva fatto sperare in un mutamento della società internazionale caratterizzato da una maggiore propensione alla cooperazione internazionale in un clima di rinnovata fiducia reciproca degli Stati. In realtà sembra che si sia verificato esattamente l’opposto. La fase di aggregazione internazionale seguita alla seconda guerra mondiale, sia pure in due blocchi contrapposti ispirati a concezioni diverse dello Stato e dell’economia, è entrata rapidamente in crisi.
Dopo il recente decreto che ha posto le decisioni del presidente al di sopra di ogni esame giudiziario e la nuova Costituzione approvata dalla Assemblea Costituente che prevede la sharia come fonte giuridica principale, il presidente egiziano Morsi è nella bufera. Riserve sull’atteggiamento assunto dal presidente vengono sollevate dai manifestanti negli scontri in piazza e dai suoi consiglieri personali che rimettono in massa l’incarico.
Dall’incontro dei partner della NATO del 4 ottobre sembra essere emerso un assenso generale ad un intervento militare turco contro Damasco senza il coinvolgimento militare del resto dell’alleanza. Lei ritiene plausibile un’azione militare turca senza supporto occidentale? E quali potrebbero essere le reazioni di Iran e Russia?