È da oggi disponibile online il nuovo approfondimento su “La politica regionale della Repubblica islamica di Iran” curato da ISPI per l’Osservatorio di politica internazionale di Senato, Camera dei Deputati e MAECI. L’approfondimento mira a esaminare il ruolo dell’Iran nel Medio Oriente di oggi. Nella prima parte vengono prese in esame le principali direttrici dell’azione iraniana nella regione, le priorità di politica estera del Paese, e il modo in cui la percezione delle minacce esterne si riflette sull’operato iraniano nei diversi teatri regionali.
La concezione del pensiero strategico iraniano, ormai alla sua terza evoluzione dalla rivoluzione che nel 1979 provocò la caduta della monarchia e l’inizio della Repubblica Islamica, ha sempre poggiato su un pilastro concettuale immutabile nel tempo; la minaccia regionale rappresenta la prima e più concreta forma di pericolo per gli interessi politici ed economici iraniani e deve conseguentemente essere fronteggiata con l’adozione di un’adeguata e credibile strategia.
Di lui c’è chi dice che aspiri a essere il terzo leader politico iraniano a morire “in carica”, dopo Mozafareddin Shah (1896-1907) e Ruhollah Khomeini (1902-1989)(1). Di sicuro vi è che mai come oggi la Guida Suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, sembra dover fare i conti con l’approssimarsi della conclusione della sua lunga carriera politica.
Per la prima volta dopo l'Onda verde che nel 2009 si opponeva alla rielezione dell'ex presidente Mahmud Ahmadinejad, a Isfahan, seconda città iraniana, centinaia di persone sono scese in piazza. Questa volta però la ragione per cui uomini e donne, molti giovani e studenti (anche a Teheran), hanno protestato è un'altra. I manifestanti gridavano: «Polizia, dove sono gli occhi di mia sorella?».
Uno degli enigmi che più tormenta chi guarda con interesse alla politica iraniana è: «chi comanda veramente nella Repubblica Islamica?». Se, infatti, è ormai chiaro che il presidente della repubblica detiene ben poco potere, e comunque ben entro i margini dello spazio di azione concesso dalla Guida, è un po’ meno chiaro quali siano i limiti all’operato di quest’ultima, l’ayatollah Ali Khamenei. Opinione di chi scrive è che il decisore ultimo sia sì la Guida Suprema, ma che questa non detenga assoluta autonomia e indipendenza nel processo decisionale.
Alla luce dei recenti avvenimenti sviluppatisi nella cornice diplomatica della settimana inaugurale della sessantottesima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha visto una ripresa dell'interazione negoziale tra Iran e Stati Uniti, a pochi mesi dalla elezione a presidente della Repubblica Islamica di Hassan Rohani, è sorto un intenso dibattito sulla verosimiglianza dell'apertura politica esercitata da Rohani stesso e dal suo staff, in primis il ministro degli esteri Yavad Zarif.
C’è chi parla di “sorpresa” commentando il risultato emerso dalle urne nella tornata elettorale appena trascorsa.