Senza povertà e disperazione, probabilmente non esisterebbe neppure il fondamentalismo islamico o comunque non attecchirebbe e non crescerebbe a dismisura, trovando un terreno fertile come sta accadendo. Tutto parte dall’Algeria un paio di decenni fa, quando i radicali del Fronte islamico di salvezza (Fis) e del Gruppo islamico armato (Gia) sfruttano le aperture democratiche del governo laico e vincono le elezioni.
On 23rd February 2012, a London Conference on Somalia will took place at Lancaster House (UK Foreign Office). More than fifty representatives from Somalia and the international community are expected to attend the meeting.
On 23rd of February, Britain is holding a much-awaited international Conference on Somalia. It would be the first time that a Western country hosts such effort in its soil.
La dislocazione della sovranità della Somalia in tanti stati o semi-stati può rivelarsi l’ultima occasione per evitare la fine dell’unità somala. Il paradosso è solo apparente.
La convocazione di una Conferenza internazionale sulla Somalia, annunciata dal primo ministro britannico, aveva sollevato grandi aspettative, data la comune volontà di non concedere nuove proroghe alle Istituzioni transitorie somale, in scadenza nell’agosto prossimo. Gli adempimenti stabiliti dagli accordi di Kampala sono rimasti, infatti, sulla carta, rendendo del tutto irrealistica la possibilità di svolgere referendum costituzionali o elezioni.
La Conferenza sulla Somalia che si apre a Londra giovedì 23 affronterà ai massimi livelli politici internazionali – che si riuniscono per l’ennesima volta ormai da diversi anni per discutere in maniera inconcludente sul futuro del paese – la nuova fase politica apertasi nel 2012 e che vedrà come momento apicale la scadenza delle Istituzioni federali transitorie (Ift). Le principali novità rispetto all’anno precedente sono soprattutto dal punto di vista militare.
Che Ankara si stesse occupando (anche) di Africa non è una novità. La politica estera, definita da alcuni come “neo-ottomana”, che il premier Recep Tayyip Erdoğan e il ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu praticano, prevede che per ricollocare la Turchia negli equilibri mondiali si debba passare anche dall’Africa.