Sembrano lontani i tempi in cui la Spagna veniva ammirata a livello europeo e internazionale per l’eccezionale crescita economica che l’aveva portata a diventare – in meno di due decenni – da Paese “periferico” nell’ambito dell’Unione Europea a esempio di sviluppo, modernizzazione ed efficienza.
Il governo di Madrid annuncia l’indulto per i nove leader catalani incarcerati per tentata secessione. Il premier Pedro Sanchez sceglie la via della “Riconciliazione”.
Assalto all’exclave
Più di 8.000 migranti sono arrivati in Spagna nel giro di due giorni. Sembra strano, ma lo hanno fatto senza metter piede su suolo europeo, almeno geograficamente: sono entrati a Ceuta che, come Melilla, è un’exclave spagnola in Nord Africa che confina con il Marocco.
Solo quando Filippo II decise di portarvi nel 1561 la sua corte, Madrid prese a crescere e moltiplicarsi con le sue strade, monumenti, quartieri, personaggi e date storiche.
Pochi conoscono la sua storia remota, fu un territorio impiantato dagli arabi che popolavano la Spagna.
Giorni di proteste e scontri in Spagna in seguito all’arresto del rapper catalano accusato di glorificare il terrorismo e di ingiurie contro la monarchia. Un episodio che potrebbe riaccendere conflitti istituzionali e gli attriti tra Madrid e regioni autonome.
Qualcosa non va in una Barcellona dove in una qualsiasi giornata lavorativa puoi “passare” con il semaforo rosso in una strada del centro e nella Rambla è sparita la solita frequentazione internazionale; i passanti parlano solo spagnolo e catalano.
Juan Carlos di Borbone, sovrano emerito, lascia la Spagna travolto dalle inchieste per evasione fiscale e corruzione. Fuga dalla giustizia o atto dovuto per salvaguardare la monarchia?
Poi è arrivato il coronavirus e ha sconvolto tutto, anche in Spagna. Tutto cominciò l’8 marzo, festa della donna. In quel giorno, mentre in Italia la ricorrenza passò del tutto inosservata in quanto i bollettini della Protezione Civile segnalavano già più di 8mila contagiati e 810 morti, in 26 città spagnole si sono svolte grandi manifestazioni femministe.
La paralisi che domina la politica spagnola da circa 4 anni, alternando periodi impensabilmente lunghi di governo in carica con altri esecutivi senza la capacità di governare, potrà essere superata se dall’opposizione il Partito Popolare (PP) darà una mano alla governabilità.
Altrimenti andrebbe nuovamente in frantumi una legislatura qualora questa mettesse in crisi l’economia.
Quattro elezioni in quattro anni, ma continua lo stallo politico in Spagna. Domenica 10 novembre il voto degli spagnoli ha confermato il partito socialista (PSOE) prima forza in parlamento con il 28% dei voti, non sufficiente per una maggioranza, mentre l'estrema destra di Vox ha raddoppiato i seggi.
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