L’orizzonte economico dell’area ASEAN appare oggi positivo, con realtà in fervente movimento anche al di là dell’accordo Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP). Dal punto di vista prettamente politico, invece, l’area sembra da tempo procedere verso una compressione dei diritti umani e delle libertà democratiche.
Il movimento studentesco tailandese, che da mesi attraversa le piazze di Bangkok e di altre città della Thailandia, è diventato in pochi mesi un soggetto politico vigoroso e ineludibile. E mentre cresce la sua forza numerica, il consenso popolare e quello dei partiti di opposizione, il governo di Prayut Chan-o-Cha, ex generale golpista che si è assicurato un nuovo mandato nel 2019 grazie a una Costituzione redatta dai militari nel 2017, sta reagendo con prudenza e rimane, per ora, sulla difensiva.
In Thailandia crescono le proteste di piazza. Il paese è spaccato tra i giovani, da un lato, e militari e monarchia dall’altro. Le conseguenze della pandemia, e delle crepe già presenti, a sei anni dall’ultimo colpo di stato.
È morto oggi all’età di 88 anni il Re della Thailandia, Bhumibol Adulyadej. Sedeva sul trono da 70 anni ed era il monarca più longevo in carica al mondo. Il Re era malato da tempo ma continuava ad essere punto di riferimento e di unità per il paese. Diversi osservatori ritengono che la sua morte possa rendere nuovamente instabile la situazione in Thailandia, dove dal maggio 2014 governa una giunta militare che ha destituito, con un colpo di stato, il governo legittimamente eletto di Yingluck Shinawatra
Nell’ambito delle attività per l’internazionalizzazione delle imprese, l’ISPI ha ospitato venerdì 26 maggio la terza edizione dell’Italian–Thai Business Forum.
L’iniziativa è nata nel 2015 per volontà dall’ambasciatore d’Italia in Thailandia Nisio in collaborazione con la Thai Chamber of Commerce e il Board of Trade of Thailand. Oggi raccoglie le principali aziende italiane presenti nel paese e decine di compagnie thailandesi per un valore complessivo di 500 miliardi di dollari.
La morte del re Bhumibol Adulyadej (Rama IX), venerato alla stregua di una divinità in tutta la Thailandia, contribuisce ad aggravare la situazione di profonda incertezza politica in cui al momento versa il Paese. Il processo di successione che dovrebbe portare all’incoronazione del principe ereditario Vajiralongkorn, che tra il popolo non ha mai riscosso lo stesso apprezzamento del padre, rischia di far divampare le tensioni politiche che da tempo dividono il Paese e che il governo militare non è ancora riuscito ad attenuare.
To this longtime foreign resident in Thailand, the most pervasive reaction to the death of His Majesty King Bhumibol Adulyadej – other than profound grief – seemed to be uncertainty.
Lungo il cammino della propria vita, soprattutto quando si è in viaggio, s’incontrano un’infinità di persone. La maggior parte di esse sparirà senza lasciare alcuna traccia, ma raramente capita di incontrare qualcuno in grado di lasciarti un segno indelebile, un segno che appare senza nemmeno rendersene conto. Sono persone che ci offrono un’altra visione del mondo, che semplicemente con le loro azioni ci portano a mettere in discussione le nostre certezze presenti e a porci domande sul nostro futuro. Sono persone con una storia che merita di essere raccontata. (...)
Alle tre di questa notte, in Thailandia è stata istituita la legge marziale. «Non è un colpo di stato» afferma il generale Prayuth Chan-ocha, comandante in capo dell’esercito, ma le truppe in strada e la censura delle televisioni “di parte” rievocano i frequenti colpi di stato che hanno caratterizzato la terra dei Thai.
Da diversi mesi, la Thailandia è scivolata in una crisi che ha ormai superato i limiti del normale dibattito democratico. Domenica due esplosioni hanno ferito 28 manifestanti mentre, due giorni prima, il bilancio di una bomba e una sparatoria contava due morti e 35 feriti. Attori di questo scontro sono, da una parte, il governo di Yingluck Shinawatra e del Pheu Thai, partito populista al governo che ha vinto di misura le elezioni del 2011 contro il Partito Democratico e che viene oggi accusato di usare le forze di polizia in senso repressivo.
I fatti. La tensione in Thailandia sta montando giorno dopo giorno rievocando i timori che i tristi fatti del 2010, quando Camicie Gialle e Rosse si diedero battaglia per le vie di Bangkok, possano ripetersi. Oggi le proteste sono dilagate anche al di fuori della capitale con 25 governi provinciali assediati in modo non violento dai manifestanti ed uno, quello di Surat Thani, effettivamente occupato.