Il Meccanismo Europeo di Stabilità nasce come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro e fornire accesso istantaneo ai programmi di assistenza finanziaria per gli stati membri dell’Eurozona in difficoltà.
Nel pieno della crisi dell’Euro l’ESM ha però assunto la veste di organizzazione intergovernativa (sul modello dell'FMI) con un consiglio di governatori e un consiglio di amministrazione. Spesso, anche durante la recente campagna elettorale l’ESM, o fondo-salvastati, è stato attaccato da vari fronti per alcune sue caratteristiche o perché considerato un mezzo poco efficace per combattere la crisi dell’Euro. (...)
Oltre al voto europeo, domenica 25 maggio è il giorno in cui si svolgeranno le elezioni presidenziali in Ucraina, indette tre mesi fa dal parlamento ad interim di Kiev a seguito della fuga dal Paese dell’ex presidente Yanukovich.
Dal 22 al 25 maggio oltre 500 milioni di cittadini nei 28 paesi membri dell’Unione europea sono chiamati a scegliere i prossimi 751 parlamentari europei. Elezioni che si svolgono in un contesto in cui la crisi economica non è ancora del tutto alle spalle, in cui la disoccupazione giovanile tocca il 24% in Europa e le persone a rischio povertà o esclusione sociale sono 120 milioni. Un contesto che sta rendendo particolarmente importante un appuntamento spesso considerato "di secondo livello", una sorta di elezione nazionale di medio termine usata più o meno strumentalmente dai leader politici per tastare il polso dei propri elettori.
A confronto con la nevrosi della campagna elettorale per le elezioni europee nel nostro paese, in Germania l’appuntamento sembra presentarsi come una consultazione certo importante ma quasi di routine. È un’impressione falsa? Il “merkelismo” agisce come tranquillante, nel senso che la Germania si sente comunque forte delle sue buone ragioni e conta sul grande consenso interno, anche in questa competizione europea? O semplicemente sta rimuovendo la sua preoccupazione?
Si fa presto a dire populismo e a confondere il termine con la variegata offerta elettorale di movimenti e partiti che hanno fatto dell'antieuropeismo una bandiera. C'è di tutto, e a volte il contrario di tutto, in una galassia che mescola ed esprime xenofobia e nazionalismo, insicurezza e razzismo, ansie economiche e rivolte fiscali, localismo e antipolitica. Ma ci sono anche una voglia e un bisogno di un'Europa diversa, sia pure manifestati in modo confuso e a volte persino inconsapevole.
Non è sbagliato guardare con timore al risultato che euroscettici di varia natura otterranno alle elezioni del 25 maggio, ma è insufficiente. E potrebbe diventare suicida se il segnale lanciato dalle urne non fosse raccolto dai governi e dalle istituzioni della UE per dare nuovo slancio a una volontà di cambiamento non più rinviabile.
Partiamo dal presupposto che probabilmente non ci saranno grandi sommovimenti. L’ultima proiezione di Pollwatch2014 assegna 217 seggi ai popolari e 201 ai socialisti, numeri più che sufficienti per continuare la "grande coalizione" che ha avuto sempre un ruolo importante nel Parlamento per raggiungere i 376 voti necessari, ad esempio, per modificare le proposte di legge, adottare il quadro finanziario o eleggere il presidente della Commissione.
Sei alla prese con i preparativi per il concorso di accesso alle carriere europee?
Ecco un’utile infografica realizzata dall’Ufficio Europeo di Selezione di Personale per inquadrare le diverse fasi della selezione, e qualche link utile. (...)
A più di due anni dalla scomparsa di Muammar Gheddafi e dal completo rovesciamento del suo regime, la Libia sta vivendo il peggior periodo di crisi politica ed economica di questi ultimi mesi. L’autorità centrale sembra progressivamente disintegrarsi a causa delle divisioni politiche interne e del confuso quadro istituzionale. Il nuovo sistema parlamentare è andato via via perdendo legittimità agli occhi non solamente delle fazioni libiche, ma anche del comune cittadino che non ha percepito progressivi miglioramenti in termini economici e, soprattutto, di sicurezza.
Il viaggio che Barack Obama compirà questa settimana e che, per varie ragioni, lo porterà a toccare una serie di capitali europee, cade in una fase importante delle relazioni fra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti. Se la crisi ucraina ha attribuito agli incontri di questi giorni un’urgenza nuova e in parte inattesa, l’esigenza di fondo di consolidare le basi di un dialogo transatlantico sempre più complicato appare, infatti, una delle priorità della visita presidenziale.
La crisi in Ucraina mostra che l'assetto europeo nel post guerra fredda, malgrado gli oltre vent'anni trascorsi dalla caduta del muro di Berlino, non ha ancora trovato un assetto stabile. La storia non è finita.
È quindi ragionevole chiedersi in che misura un'organizzazione quale l'OSCE, erede istituzionale del processo di Helsinki, possa ancora svolgere un ruolo utile in una fase storica in cui la sua attualità è stata frequentemente messa in questione.
Nel 2012 un piccolo team internazionale di hacker e creativi riunitisi in associazione con il nome di Edgeryders è stato scelto dal Consiglio d’Europa e della Commissione europea per avvicinare i giovani alle istituzioni europee e aiutare a progettare le politiche pubbliche di domani. Per farlo Edgeryders ha sviluppato una piattaforma online attraverso la quale i giovani avrebbero potuto avanzare proposte concrete e presentarsi come un grande laboratorio di ricerca e sviluppo sociale che elabora soluzioni e le condivide con gli altri. (...)