Come i nostri lettori abituali ricorderanno, l’ISPI è stato in Kosovo lo scorso Maggio, dal 18 al 22, portando sul campo un gruppo selezionato di partecipanti interessati ad approfondire personalmente temi di grande interesse quali cooperazione allo sviluppo, post-war reconstruction ed assistenza umanitaria.
A dispetto dei luoghi comuni, la diplomazia moderna non si esaurisce nel quadro istituzionale delle relazioni internazionali e della politica: fare il diplomatico oggi significa anche occuparsi di economia, cultura, e relazioni multilaterali.
Non è detto che una laurea in Scienze Politiche sia l’unica via per intraprendere una carriera internazionale: anche un ingegnere civile può divenire funzionario della Commissione Europea e arrivare a Bruxelles. Ce lo racconta nella video intervista di oggi Michele Amedeo, attualmente coordinatore per le iniziative di cooperazione della UE con i paesi dei Balcani Occidentali. (...)
La protagonista della videointervista di oggi è Sara M., ex studentessa del Master ISPI in International Cooperation, recentemente tornata in Italia dopo diverse esperienze in Medio Oriente. Dopo aver partecipato allo study tour del Master ISPI nei Territori Palestinesi, Sara ha deciso di tornare nella regione per iniziare il suo percorso professionale nel mondo della Cooperazione Internazionale. Ha cominciato con uno stage presso la delegazione dell’Unione Europea ad Amman, capitale del Regno di Giordania, dove in seguito è diventata coordinatrice dell’unità “Relazioni Internazionali” di una Ong locale che si occupa di tutela dei diritti umani. (...)
Emanuele ci racconta la sua esperienza di studente al master in International Cooperation dell’ISPI SCHOOL: un anno incredibile, fantastico e stimolante, soprattutto dopo un’esperienza universitaria nel del tutto soddisfacente.
Il suo background personale e il percorso di studi hanno influenzato le sue scelte, l’incontro con il master lo porterà in Cameroon con le delegazione dell’Unione Europea presso la sezione Politica e Informazione Economia e Commercio, uno stage che gli permetterà di conoscere nuove realtà e approfondire sul campo in cosa consiste la cooperazione internazionale. (...)
La vittoria – sebbene non ancora ufficializzata – del socialista Edi Rama sullo storico leader albanese conservatore Sali Berisha che da otto anni guidava l’Albania con la sua coalizione, arriva dopo una durissima campagna elettorale e un election day segnato anche da episodi di violenza: in una sparatoria avvenuta nei pressi del seggio elettorale di Laç, a 70 km da Tirana, è stato ucciso un sostenitore della coalizione di Rama, mentre sono rimasti feriti un candidato del Partito Democratico e un cugino dello stesso Berisha.
La procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia è stata proposta dalla Commissione nell’ottobre del 2009. Si era trattata di una decisione obbligata e di una diretta conseguenza della crisi importata dagli Usa. Una crisi che aveva colpito indiscriminatamente tutti i paesi europei al punto che le procedure di disavanzo avevano coinvolto ben 24 dei 27 paesi dell’Ue (salvando soltanto Lussemburgo, Estonia e Svezia). Ma la “omogenea” diffusione di queste procedure è venuta meno negli ultimi due anni.
This paper provides an overview of EU economic governance reforms in the last two years and places emphasis on the positive steps taken in 2012, as opposed to the growing political resistance emerged by early 2013.
Attention is particularly attached to Italy, which was able to start a credible national plan of structural adjustments, thus earning the right to play a leading role in shaping EU reforms, making them effective and pushing for their implementation.
"Il coraggio dell'Europa": questo lo slogan con cui il premier sociademocratico croato Zoran Milanović invitava i propri concittadini a partecipare alle prime elezioni europee mai tenutesi in Croazia – l'ingresso del paese nell'UE è previsto per il 1° luglio. Tuttavia, il risultato elettorale locale e il clima politico continentale offrono tutt'altro panorama: coraggio ed entusiasmo sembrano lasciare il posto a una certa sfiducia e diffidenza reciproca.
Domani a Nicosia si decide un altro pezzetto del futuro dell’Unione europea e dell’Eurozona. Risparmiatori, aziende e mercati aspettano di conoscere la decisione del Parlamento cipriota che si trova a dover approvare, se non quasi ratificare, l’imposizione di una tassa nazionale pari al 6,75 per cento sui depositi inferiori ai 100 mila euro e del 9,9 per cento su quelli superiori a questa soglia per salvare il Paese dalla bancarotta.
Il prossimo primo luglio la Croazia diventerà il ventottesimo membro dell’Unione europea, e questo avrà diverse conseguenze, non solo all’interno della società croata e dell’Unione stessa, ma anche sul resto della regione balcanica, e in particolare sulla vicina Bosnia Erzegovina. Circa mezzo milione di cittadini bosniaco-erzegovesi, ovvero la quasi totalità dei bosniaco-croati, diventerà infatti cittadini dell’Unione, alla pari dei loro vicini zagabresi, dalmati, o slavoni. Il confine tra “Europa” e “mondo balcanico”, si farà più marcato, e allo stesso tempo, più labile.
Alla vigilia del suo viaggio in Turchia, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso il proprio sostegno alla ripresa dei negoziati di adesione di Ankara all’Unione europea, pur rimanendo scettica sulle reali possibilità di una futura membership. È noto infatti che la leader tedesca privilegi maggiormente la costituzione di una partnership strategica.