
Le votazioni per le primarie dei cinque stati della costa orientale (Maryland, Pennsylvania, Delaware, Rhode Island e Connecticut) di ieri, 26 aprile, si sono concluse con una netta vittoria di Donald Trump per il Partito Repubblicano e di Hillary Clinton per il Partito Democratico, ribadendo l’esito delle primarie di New York. Mentre il tycoon si è confermato in tutti gli Stati con un ampio distacco sui rivali Ted Cruz e John Kasich (63,8% in Rhode Island, 60,8% in Delaware, 54,4% in Maryland, 57,7% in Connecticut e 56,7% in Pennsylvania), la Clinton ha ottenuto la maggioranza dei voti in quattro stati (59,8% in Delaware, 63,4% in Maryland, 55,6% in Pennsylvania e 51,7% in Connecticut): il Rhode Island è l’unico stato nel quale l’ex First Lady è stato superata dallo sfidante Bernie Sanders (57% di preferenze per il Senatore del Vermont).
Le votazioni di ieri hanno messo in palio complessivamente 462 delegati per il Partito dell’Asino e 172 per quello dell’Elefante, largamente conquistati dai principali candidati (194 per la Clinton e 105 per Trump). Un risultato che, da un lato, conferma quando previsto dai sondaggi degli ultimi giorni, che vedevano i due frontrunners per la Casa Bianca come probabili vincitori, dall’altro sembra sancire la sostanziale fine dei giochi per la nomination. Il distacco accumulato dai numeri uno dei due partiti aumenta ulteriormente: 950 delegati per Trump (287 mancanti alla candidatura ufficiale) contro i 560 di Cruz; 2159 per la Clinton (224 mancanti) contro i 1370 di Sanders.
Dal lato repubblicano il magnate newyorkese si autoproclama candidato ufficiale contro l’ascesa dell’ex First Lady, nonostante i vertici del suo stesso partito tenteranno di ostacolare in ogni modo possibile la sua avanzata. Pochi giorni fa, infatti, Cruz e Kasich hanno stipulato una sorta di alleanza volta a coordinare i loro sforzi elettorali contro l’ascesa del businessman: in base a questo accordo, Cruz rinuncerà alla propria campagna elettorale in Oregon (prevista per il 17 maggio) e in New Mexico (7 giugno) per sostenere Kasich, mentre questi lascerà campo libero al Senatore texano nelle votazioni in Indiana (3 maggio). Ciò ha scatenato l’ira di Trump:"Sono assolutamente disperati e matematicamente morti".
L’obiettivo dell’establishment repubblicano è quello di arrivare alla convention di Cleveland prevista a luglio riducendo il più possibile il divario che separa Trump dagli inseguitori per fornire a Cruz e Kasich maggiori chances di vittoria finale. Sembra, dunque, che il blocco anti-Trump non abbia funzionato. "Vinceremo al primo voto e batteremo Hillary facilmente" ha commentato il candidato dopo i risultati degli scrutini. Riguardo alla Clinton, invece, secondo Trump "sarebbe un Presidente orribile. Si guardi a Bengasi e alla Siria. Non ha la forza per fronteggiare la Cina".
Dal lato democratico, l’ex Segretario di Stato contrattacca al tycoon ("Uniremo il nostro partito per vincere queste elezioni"), focalizzando la sua attenzione sul magnate newkorkese e riservando solo ringraziamenti per Sanders, ormai defilato dalla corsa alla Casa Bianca. Dal canto suo, il Senatore del Vermont aveva già accusato il colpo subito nella sconfitta di New York: in un’intervista rilasciata a NBC News pochi giorni fa, lo sfidante ha definito la sua corsa per la Casa Bianca un “cammino difficile” e i recenti esiti elettorali non fanno che confermare quanto da lui affermato. L’unica possibilità per Sanders sarebbe quella di puntare sull’appoggio dei superdelegati, ma i sondaggi indicano che anche in questo caso la Clinton si sarebbe assicurata anche il sostegno della maggioranza dei grandi nomi del Partito Democratico. Le prossime primarie si terranno in Indiana, ma sembra proprio che non vi saranno particolari sorprese.
di Fabio Rondini