A tre anni dalla caduta di Ben Ali, lo scorso gennaio la Tunisia ha approvato la nuova Costituzione. Questa si distingue sia perché frutto di lunghi negoziati e di uno storico compromesso tra le forze secolari e il partito islamico Ennahda, sia perché, tra gli altri aspetti, garantisce uguali diritti alla donna e all'uomo ed evita qualsiasi riferimento alla shari'a. Attraverso di essa, dunque, la Tunisia si pone come punto di riferimento per l'Europa e l'Italia nel delineare delle policies in grado di sostenere la democratizzazione in Nord Africa e in Medio Oriente.
In questo quadro, il dibattito ha analizzato le ragioni alla base dell'eccezionalità tunisina e offerto spunti per un maggiore coinvolgimento dei Paesi della sponda Nord del Mediterraneo.
Perchè la Costituzione tunisina rappresenta un modello per gli altri Paesi arabi in transizione? Quali sono le sfide che la Tunisia deve ancora affrontare nelle prossime fasi del proprio processo di democratizzazione? Come possono i governi europei, e in particolar modo quello italiano, sostenere la Tunisia nella fase di transizione democratica?
L'incontro,promosso in collaborazione con la Camera dei Deputati,si è tenuto a Roma presso la Camera dei Deputati (Sala Mappamondo - Palazzo Montecitorio).
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La nuova costituzione in Tunisia: modello per le democratizzazioni arabe from ISPI on Vimeo.
Il panel dell'incontro, da sinistra, Arturo Scotto, Pietro Benassi, Marina Sereni,
Meherzia Labidi, Valeria Talbot, Pia Locatelli