Il workshop - organizzato nell'ambito dell'Osservatorio Infrastrutture promosso da ISPI e McKinsey - si è concentrato sul ruolo delle infrastrutture come motore per lo sviluppo economico internazionale, analizzando - tra gli altri aspetti - lo scenario geopolitico, il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e le opportunità di business per le imprese italiane.
Interventi introduttivi
Paolo MAGRI, Vice Presidente Esecutivo e Direttore, ISPI
Stefano NAPOLETANO, Senior Partner, McKinsey&Company
Pietro SALINI, Amministratore Delegato, Salini Impregilo
Nicola SANDRI, Partner, McKinsey&Company
Carlo SECCHI, Responsabile Osservatorio Infrastrutture, ISPI; Coordinatore europeo per i progetti infrastrutturali prioritari (TEN-T) tra Francia, Spagna e Portogallo e del "Corridoio Atlantico", Commissione europea
Andrea TINAGLI, Responsabile Ufficio di Roma, BEI
By invitation only.
Interviste ai relatori:
Carlo Secchi - Gli investimenti in infrastrutture in UE aiutano la crescita
Stefano Napoletano - Opportunità e finanziamenti nel settore infrastrutture
Andrea Tinagli - Infrastrutture: priorità di BEI e trend in Europa
Pietro Salini (Salini Impregilo) - Le sfide degli imprenditori nel mercato globale:
“In un contesto geopolitico ed economico così complesso, la sfida principale che ogni imprenditore si trova ad affrontare è fare impresa in un mercato globale in costante mutamento, dove non serve più essere solo competitivi, ma bisogna anche essere veloci nella risposta al mercato ed ai continui nuovi fabbisogni”, ha affermato Pietro Salini, Amministratore Delegato di Salini Impregilo, intervenendo al Primo Workshop del Nuovo Osservatorio di ricerca sulle infrastrutture promosso da ISPI e McKinsey&Company e in collaborazione con Salini Impregilo e Banca Europei degli Investimenti.
“Solamente una visione paese strategica e a lungo termine permetterà di rispondere alle sfide lanciate dai megatrend che governano i cambiamenti epocali cui stiamo assistendo in tempi molto rapidi, quali l’incremento della popolazione, la scarsità delle risorse e la crescente urbanizzazione, con la formazione di megacities connesse tra loro in megaregioni”.
“Le grandi opere infrastrutturali” ha concluso l’amministratore delegato del Gruppo presente in oltre 50 paesi e che impegna oltre 35.000 dipendenti, “non sono solo volano per la crescita e lo sviluppo socio economico di un paese, ma rappresentano anche un fattore chiave nella definizione dei futuri assetti geopolitici e dei relativi rischi per gli equilibri globali, con ricadute in termini di benessere, sicurezza e prosperità”.
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