FOCUS DEL MESE Cina: le province dell’agribusiness
La componente del PIL cinese derivante dalla produzione di frutta è tra le prime cinque al mondo. Tuttavia, la produzione ortofrutticola poggia su fondamenta deboli. La capacità del paese di trasportare e distribuire alimenti deperibili, sia nazionali che importati, a temperatura controllata è scarsa con conseguente alto tasso di cibi avariati e prezzo rincarato.
Secondo i dati riportati dall’USDA Foreign Agricultural Service, il valore dell’industria alimentare cinese si è attestato nel 2014 a circa 2.000 miliardi di dollari, con un trend in costante crescita. Un tale risultato è riconducibile alla continua crescita della popolazione urbana che traina la domanda di prodotti confezionati. Le prospettive per il settore sono di una crescita costante proprio per l’esigenza di cibo che sia preparabile più velocemente, in maniera più sicura e con prodotti più sani.
Le iniziative recentemente promosse dal governo centrale per rafforzare il sistema della previdenza sociale nel paese, unitamente alle politiche portate avanti a livello locale dalle singole province rappresentano un chiaro segnale della volontà cinese di investire in questo settore.
Il settore delle infrastrutture sanitarie in Cina sta attraversando una sostanziale trasformazione all’insegna dell’apertura agli investitori stranieri. Più di un anno è trascorso dalla promulgazione della “Circular on the Launching of a Pilot for the Establishment of Wholly Foreign Owned Hospitals” da parte del Ministero del Commercio e della Commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare riguardante l’apertura di strutture sanitarie a capitale interamente straniero in Cina.
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Nel mese di aprile 2015 il governo di Pechino ha deciso di espandere il programma pilota di libero scambio avviato a Shanghai nel settembre 2013 anche alle province del Fujian, del Guangdong e alla municipalità di Tianjin. Le tre nuove zone economiche speciali adotteranno le stesse regole per gli investimenti sperimentate a Shanghai, ma potranno anche introdurre nuove politiche secondo i piani delle autorità locali.
L’annuncio del raggiungimento di un accordo dopo quasi vent’anni per convogliare l’acqua proveniente dal Fujian alle isole Quemoy, che stanno affrontando una grave carenza idrica, potrebbe essere un ulteriore segnale di avvicinamento tra i due lati dello Stretto di Taiwan, che già hanno instaurato da tempo forti legami commerciali.
Le grandi città portuali del Fujian, identificato dall’UNESCO come uno dei punti di partenza dell’antica Via della Seta marittima, stanno rafforzando la cooperazione con i paesi dell’ASEAN che sorgono lungo la tratta marittima della Nuova Via della Seta. Gli scambi bilaterali tra il Fujian e i paesi ASEAN sono favoriti dalla peculiarità di questa provincia, terra d’origine di oltre 10 milioni di cinesi d’oltremare stabilitisi nel Sud-Est asiatico.