Il boom del turismo (cinese) in Tibet
Il Tibet sta conoscendo un boom del turismo che nel 2014 ha raggiunto la cifra record di 15 milioni di visitatori e che ora punta ai 17 milioni entro la fine di quest’anno.
Il Tibet sta conoscendo un boom del turismo che nel 2014 ha raggiunto la cifra record di 15 milioni di visitatori e che ora punta ai 17 milioni entro la fine di quest’anno.
Di fronte alla lunga serie di scandali alimentari, ultimo fra tutti la vendita di carne scaduta da parte della Shanghai Husi alle filiali cinesi di catene internazionali, sempre più consumatori della classe media cinese (che secondo le stime raggiungerà i 600 milioni nel 2020) sono disposti a pagare un prezzo maggiore per i prodotti importati. La quantità degli alimenti in entrata è infatti quadruplicata nell’ultimo decennio, basti pensare che l’80 per cento della quota di mercato degli alimenti per lattanti è straniera.
Un progetto di investimento di 150 miliardi di yuan (all’incirca 24 miliardi di dollari) è stato annunciato da parte del Governo centrale per dare maggiore slancio allo sviluppo della parte occidentale del paese. Il piano comprende la costruzione di cinque aeroporti, rispettivamente nelle provincie dello Jilin, Qinghai, Yunnan, Guizhou e della Regione autonoma della Mongolia interna, per un totale di 5 milardi e mezzo di yuan, e tre progetti di nuove tratte ferroviarie, per un totale di 145 milardi di yuan da investire.
Il 15 agosto è stato inaugurato il secondo tratto ferroviario della regione autonoma del Tibet che collega Lhasa con Xigaze, la seconda città della provincia. Questo ampliamento segue l’inaugurazione nel 2006 della Tibet-Qinghai Railway che collegò per la prima volta in maniera stabile il “Tetto del mondo” con Pechino.
Nella primavera 2014 il Consiglio di Stato ha decretato la costruzione di 80 opere pubbliche di grandi dimensioni, misura ritenuta indispensabile per frenare il rallentamento della crescita economica (quest’anno scesa di 3 punti percentuali rispetto al 2013, attestandosi ad un co