
Il Guangdong è la provincia cinese apripista nel settore dell’internet hospital. Qui nell’autunno del 2014 si è registrato il primo esperimento di servizio ambulatoriale a distanza: il paziente si reca in un ospedale vicino a casa per collegarsi con il medico di una struttura di un grande centro urbano per ricevere, al termine della visita, la prescrizione per poter acquistare i medicinali localmente ad un prezzo più contenuto.
Gli internet hospital sembrano fornire una soluzione alla richiesta di servizi ambulatoriali di qualità ad un prezzo contenuto riducendo il sovraffollamento degli ospedali di alto livello causato spesso dalla scarsa fiducia nei servizi forniti dalle strutture locali. E’ necessario specificare, però, che il programma è ancora nelle fasi iniziali in quanto molti sono i problemi da risolvere, come l’incorporazione dei servizi medici forniti su internet nei programmi assicurativi, il controllo di qualità e l’applicabilità del sistema ad alcune patologie. Nonostante ciò, l’iniziativa corre veloce: in aprile di quest’anno 500 pazienti hanno utilizzato quotidianamente questo tipo di soluzione nelle più di 1000 strutture presenti nel Guangdong.
Molteplici sono le opportunità create dall’adozione di soluzioni di telemedicina e teleconsulto in Cina per le società private italiane come dimostrano i casi di Almaviva, Exprivia e Dedalus, aziende italiane che si occupano di soluzioni e servizi IT per diversi mercati compreso quello sanitario. Dedalus, per esempio, stringendo una collaborazione con partner locali, il Bureau di Daqing e l’azienda cinese Sunway, ha ovviato ad alcuni ostacoli legati alla penetrazione del mercato asiatico, istituendo un progetto che mette in rete più di 800 strutture sanitarie a servizio di quasi 3 milioni di utenti.
Nelle intenzioni delle autorità cinesi, l’informatizzazione sanitaria sta passando anche attraverso l’adozione di Electronic Health Records (EHR) e di sistemi informativi regionali da estendere a tutto il territorio nazionale. Al fine di realizzare questo obiettivo, i Bureau sanitari locali sono chiamati a dotarsi di piattaforme di interoperabilità per la creazione di una rete di tutte le strutture sanitarie presenti sul territorio che possono scambiare informazioni di carattere sia clinico che amministrativo relativamente al paziente. L’EHR è stato testato per la prima vola nel 2009 coinvolgendo le città di Pechino, Shanghai, Guangzhou, Xiamen e Hangzhou. L’anno scorso il 50% degli ospedali di terzo livello, il 30% dei centri di salute dei centri urbani e il 20% degli ospedali rurali avevano il loro sistema EHR. Ci si aspetta che questi numeri aumentino del 30% entro il 2020 creando quindi opportunità di investimento. Al momento si sta anche sperimentando un sistema di tessere sanitarie che collega ospedali, strutture sanitarie pubbliche e assicurazioni delle aree di Henan, Liaoning, Guangdong e Inner Mongolia.
Francesca Frassineti, ISPI Research Trainee