Le sanzioni imposte alla Russia, tra cui il blocco delle riserve, potrebbero aumentare la frammentazione del sistema monetario internazionale. Avanza lo yuan.
La guerra in Ucraina dura ormai da tre settimane e quella appena trascorsa non ha visto concretizzarsi una soluzione pacifica. Sono invece sempre di più le vittime civili dell'invasione russa, così come i rifugiati accolti dall'Unione Europea. La mancanza di un vero progresso nei negoziati contribuisce al peggioramento delle previsioni economiche per l'eurozona e, in particolare, cresce il timore di un forte aumento dei prezzi (con lo spettro della stagflazione) se il conflitto dovesse durare a lungo. Un contesto ulteriormente peggiorato dalle sanzioni, che potrebbero portare a ulteriori fratture internazionali anche sul piano monetario: è la Cina che potrebbe guadagnare da questa situazione, alla luce della crescente integrazione economica con la Russia (e non solo). Ma la guerra colpisce fortemente anche i prezzi delle materie prime, in particolar modo quelle minerarie, che restano estremamente volatili, mettendo in difficoltà le imprese manifatturiere. Si parla di questo e di tanto altro nell'ISPI Global Watch di questa settimana, ancora dedicato interamente al conflitto tra Russia e Ucraina e alle sue conseguenze geoeconomiche. Guerra che travalica anche i confini terrestri coinvolgendo lo spazio, mettendo fine alla pluridecennale cooperazione della Stazione Spaziale Internazionale. A livello commerciale, inoltre, inoltre pesa il quadro sanzionatorio e le aziende esportatrici devono orientarsi in un quadro sempre più complesso. Infine, torna la minaccia del default sovrano russo: un rischio che però, al momento, appare scongiurato.
Le sanzioni imposte alla Russia, tra cui il blocco delle riserve, potrebbero aumentare la frammentazione del sistema monetario internazionale. Avanza lo yuan.
Nonostante la mancata condanna cinese dell’invasione, la mossa di Putin può incidere sui rapporti bilaterali. Quale futuro per le relazioni tra Mosca-Pechino?
I prezzi di acciaio, palladio e altri hanno raggiunto picchi senza precedenti. Le sanzioni, pur danneggiando Mosca, aumentano la distanza tra Occidente e Oriente.
SPECIALE GUERRA
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin è uno spartiacque. In sole due settimane ha prodotto una serie di conseguenze impensabili fino a pochi giorni prima: e non solo per le parti in causa, ma anche per il resto del mondo. Dal ricompattamento degli Stati membri dell’Unione Europea alla decisione storica della Germania di riarmarsi; da un flusso migratorio senza precedenti alla messa in discussione della transizione energetica, dalla rivitalizzazione della NATO al possibile “raffreddamento” delle relazioni tra Mosca e Pechino, questa guerra sembra essere un vero game-changer. Comunque vada a finire il conflitto, il mondo di domani potrebbe non essere più lo stesso.
Per approfondire guarda il video: Chi soffre di più per le sanzioni alla Russia?
Rileggi qui tutte le pubblicazioni ISPI dedicate alla crisi.
DATAGLOBE
Ai 279 default sul debito estero che si sono verificati dal 1800 a oggi in 113 Paesi non si aggiungerà per ora il 280esimo, quello della Russia. E almeno a oggi appare scongiurato quello che potrebbe essere il secondo più grande default degli ultimi 25 anni. Si è trattato di una conferma del fatto che lo Stato russo dispone dei soldi per ripagare i propri debiti, almeno per adesso, come avevano ribadito sia l’FMI sia il governo di Mosca. Ecco perché.
Le sanzioni occidentali sull’industria aerospaziale russa pongono a rischio una serie di collaborazioni. E accelerano un processo di allontanamento già in atto.
UE e Stati Uniti hanno varato nelle ultime settimane una serie di misure che limitano il commercio di beni con la Russia. Ecco in cosa consistono esattamente.
L'invasione russa blocca i tanti progetti di Kiev per modernizzare le infrastrutture. E le sanzioni frenano le grandi opere anche in Russia.