Dove ti vedi tra 10 anni? Se la risposta è alla Farnesina, in un’ambasciata italiana all’estero o negli uffici delle nostre rappresentanze presso le organizzazioni internazionali allora questa intervista fa al caso tuo.
A margine dell’ultima edizione di Globe abbiamo intervistato l’ambasciatore Paolo Guido Spinelli che in più di 40 anni di carriera ha prestato servizio presso numerose sedi di rappresentanza all’estero. Chi meglio di lui può quindi descrivere l’evolversi della figura del diplomatico e le particolarità della diplomazia italiana?
Nel nostro incontro abbiamo chiesto all’amb. Spinelli di soffermarsi su quattro tematiche principali:
-Che cosa vuole dire fare il diplomatico? C’è ancora bisogno di questa figura in un’epoca nella quale il mondo è sempre più piccolo e interconnesso?
-Come influenza le diplomazie nazionali il processo di integrazione europea?
-Quale caratteristica contraddistingue la diplomazia italiana?
-Come sta evolvendo la figura del diplomatico?
Durante l’intervista, l’amb. Spinelli sottolinea come la prima caratteristica che deve possedere un buon diplomatico sia l’amore per il proprio paese perché solo così può rappresentarlo degnamente anche all’estero. Commentando l’influenza che il processo di integrazione europeo può avere sul ruolo delle diplomazie nazionali, Spinelli afferma come queste ultime continuino ad essere imprescindibili anche se lo sviluppo in corso porterà probabilmente ad una loro fusione o sublimazione in una vera e autentica diplomazia europea.
Realismo e pragmatismo sono invece le parole scelte per descrivere cosa contraddistingue la diplomazia italiana. Non essendo particolarmente ideologizzata, nota Spinelli, la nostra diplomazia non ha posizioni da dover difendere a priori. Ma questo non deve essere inteso come debolezza o necessità di improvvisazione bensì come possibilità di essere flessibili e sfruttare il capitale di simpatia umana che godiamo all’estero a proprio vantaggio.
Infine, ragionando su come stia evolvendo la figura del diplomatico nella società contemporanea, Spinelli rimarca il fatto che a differenza di pochi decenni fa oggi il diplomatico non è più il solo rappresentante del paese d’origine. Una miriade di altri enti governativi, economici, sociali, umanitari sono presenti al di fuori dei confini nazionali e pertanto il nuovo,e più difficile, compito del diplomatico consiste nel sapere leggere e interpretare le diverse esigenze e sensibilità che emergono da questi attori e coordinarle con autorevolezza.
L’Amb. Spinelli parteciperà anche alle conferenze di Obiettivo Mondo che si terrà a Palermo l’11 e 12 ottobre. Qui puoi saperne di più.