Spesso proponiamo su questo blog offerte di lavoro o stage all’interno di grandi organizzazioni internazionali o per Ong italiane e straniere. Tuttavia, molti nostri studenti decidono – una volta terminati gli studi - di mettersi in proprio e creare una nuova realtà nel mondo della cooperazione partendo da zero.
Il più grande ostacolo che si trovano a dover affrontare riguarda la penuria di fondi e la difficoltà ad accedere alle fonti di finanziamento tradizionali. Per questo, durante le nostre summer e winter school organizziamo corsi su come accedere ai finanziamenti europei attraverso la partecipazione a bandi e progetti.
Oltre a questi corsi, sempre molto apprezzati, vogliamo oggi darvi qualche informazione e consiglio su un altro modo di reperire fondi: il crowdfunding. Questo strumento sta prepotentemente diventando la prima scelta alla quale rivolgersi per il lancio di un nuovo prodotto e/o una nuova idea in qualunque ambito si operi e riteniamo possa essere di vostro interesse.
Che cos’è il crowdfunding?
Kickstarter e Indiegoogo sono certamente le più famose, ma ci sono anche omologhe italiane che si stanno lentamente affermando, come Eppela, KissKissBankBank e Crowdfunding Italia, solo per citarne alcune. Queste sono le pricipali piattaforme di crowdfunding, ovvero siti su cui si può presentare un progetto, che riguardi un prodotto high-tech, piuttosto che un oggetto di design o un progetto di cooperazione, in cerca di finanziatori. Chiunque può finanziare, anche con cifre irrisorie, idee che ritiene valide e vorrebbe vedere realizzate. E’ una tendenza relativamente nuova, ma dalle grandi potenzialità. Se infatti ancora nell'ottobre 2013 esistevano 27 piattaforme attive e 14 in fase di lancio in Italia, ad aprile, a distanza di soli sette mesi, sono arrivate a 41 quelle attive e altre 13 in fase di lancio e al momento circa il 35% dei progetti presentati su di esse sono stati finanziati.
Il modello che si è maggiormente affermato è il "reward-based” ovvero quello per cui è possibile partecipare al finanziamento di un progetto ricevendo in cambio un premio o una specifica ricompensa non in denaro, per esempio un capo di abbigliamento se è questo che si vuole produrre, oppure un dvd se si chiede il finanziamento di un documentario o di un progetto musicale. Al secondo posto il modello "donation-based", che copre un 30% abbondante del mercato: in questo caso si fanno donazioni a fondo perduto, senza ricevere nulla in cambio.
Tanti sono i successi resi possibili da questo strumento a cominciare dal film-documentario “Io sto con la Sposa” presentato alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia che è riuscito a raccogliere quasi 100 mila euro in due mesi sulla piattaforma indiegogo.com. Ma perché ciò sia possibile la fortuna non basta.
Come avere successo con il crowfunding?
Innanzitutto, è fondamentale tenere presente che il crowdfunding deve essere contemporaneamente uno strumento di raccolta fondi e una piattaforma di coinvolgimento delle comunità alla quale può interessare l’idea proposta. Per questo il suo successo economico dipende dal grado di interazione con il pubblico che si ottienene, in primis, attraverso l’utilizzo dei social network.
Sono molte le liste di consigli che si possono trovare online per chi si avvicina a questo mondo.
Fondamentalmente, le cose da tenere presenti sono le seguenti:
1) Studiare realtà/idee simili e analizzare il loro uso dei social, delle campagne pubblicitarie e delle piattaforme di crowdfunding
2) Definire un nome e un logo per la propria campagna originale e moderno.
3) Elencare con precisione le risorse finanziarie necessarie (siate molto precisi perché dovrete condividere queste informazioni con quanti vi vorranno finanziare).
4) Definire il tempo per raggiungere l’obiettivo. Ogni piattaforma di crowdfunding richiede di impostare un tempo entro il quale ottenere la cifra necessaria. Sembra però che più tempo non significhi più soldi, anzi. Le campagne più brevi sono quelle che hanno maggior successo: una scadenza ravvicinata, infatti, incoraggia i potenziali donatori a fare presto, senza rimandare e, quindi, a versare subito il proprio contributo.
5) Creare un sito dove si parla del progetto e aprire pagine e profili sui principali social network
6) Creare un video-trailer. Statisticamente, le campagne più efficaci si appoggiano a un video molto accattivante e, possibilmente, virale. Qui, come nei testi scritti che accompagnano la campagna, devono comparire gli obiettivi (chiari e coinvolgenti), una o più persone che si facciano promotori (non è necessario che siano VIP, ma devo essere scelti per poter ottenere la fiducia dei possibili finanziatori), il problema che si vuole affrontare, un messaggio che spinga l’utente a sentirsi coinvolto nel progetto e recettivo alla tua richiesta di aiuto
7) Selezionare una piattaforma di crowdfunding efficace e il più possibile settoriale, sarà più facile arrivare alle persone giuste.
8) Redigere una lista di giornalisti e blogger che potrebbero mostrarsi sensibili ai temi della tua campagna e contattarli.
9) Pensare a eventi che possano coinvolgere la community che si andrà a formare attorno alla tua campagna.
10) Non avere paura di fallire
Una storia concreta: il crowdfunding di vicinato
E infine, per dimostrare il dinamismo che questo nuovo strumento finanziario sta sperimentando, vogliamo chiudere con la storia di un team di giovani professionisti, tra cui Sergio Galasso, un nostro ex studente del Master in Cooperation che ha deciso di lanciare la prima piattaforma italiana per il crowdfunding/crowdsourcing civico. Attraverso un lavoro di pianificazione partecipata in un’area della periferia milanese, il progetto si propone di individuare temi e settori d'interesse che verranno trasformati in progetti visualizzabili su una piattaforma web/mobile e direttamente finanziabili da singoli, associazioni, imprese e istituzioni locali. Con Wiceversa, questo il nome della piattaforma, chiunque potrà sostenere progetti di quartiere in cui riconoscersi.