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Cosa sta facendo l’Europa per combattere la disoccupazione giovanile?
Martedì, 12 novembre, 2013

Nel 2014 la disoccupazione tra gli under 25 raggiungerà il 25% in Europa e sfiorerà addirittura il 40% in Italia. Il tema è da tempo al centro degli incontri e dei dibattiti politici di tutta Europa ma la situazione sembra più difficile da risolvere del previsto.

 

Per inquadrare meglio il problema siamo ricorsi a qualche dato fornito dalla Commissione europea.

  • Il tasso di disoccupazione giovanile (calcolata su coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni) è doppio rispetto a quello per gli adulti (23,3% contro il 9,3% nel primo quadrimestre del 2012)
  • Le chance per un giovane di trovare lavoro sono molto basse. Meno del 30% di coloro che erano disoccupati nel 2010 hanno trovato lavoro nel 2011
  • Quando un giovane trova un lavoro è più precario di quello che può trovare un adulto. 42% dei giovani europei che lavorano hanno un contratto temporaneo (quattro volte gli adulti) e il 32% un part-time (il doppio degli adulti).
  • Chi abbandona il precorso formativo prima di aver ottenuto almeno un diploma è a più alto rischio disoccupazione. Il 55% di persone in questo gruppo non ha ancora trovato un lavoro.
  • La rassegnazione sta rapidamente diffondendosi tra i giovani. Nel 2012 il 12,6% ha infatti deciso di smettere di cercar lavoro.

 

Per affrontare il tema della disoccupazione giovanile, si sta svolgendo a Parigi un summit con dirigenti delle istituzioni europei, leader politici, e capi delle banche di investimento. L’obiettivo dichiarato dal presidente Hollande che ha organizzato il forum pochi mesi dopo quello gemello svoltosi in Germania, non è quello di proporre nuovi strumenti ma di sondare la reale possibilità di implementazione di quelli già disponibili e accelerare la loro esecuzione. Ma a quali strumenti si riferisce il presidente francese?

 

Non tutti infatti sanno che, sebbene l'occupazione giovanile rientri di solito tra le competenze dirette degli Stati membri, l'Unione europea, e il Parlamento in particolare, stanno svolgendo un ruolo sempre più attivo per favorire la diffusione di buone pratiche e stimolare il mercato.

 

Ma quali sono le iniziative concrete messe in atto dalle istituzioni europee?

 

  • La Youth on the Move è l’iniziativa faro approvata nel maggio 2011 dal Parlamento Ue su proposta della Commissione per migliorare i sistemi di istruzione e formazione europei favorendo l’avvicinamento degli studenti al mondo del lavoro già nel percorso scolastico e l’alternanza scuola-lavoro.
  • La Youth Employment Initiative, è invece l’iniziativa volta a rinforzare e accelerare le misure descritte nello Youth Employment Package. Lo scopo è quello di sostenere i programmi formativi rivolti a giovani che non studiano né lavorano nelle regione con un tasso di disoccupazione superiore al 25 %.
  • La decisione politica più importante a livello europeo è però la Youth Guarantee, contenuta nelle raccomandazioni del Consiglio dell’Ue di aprile 2013. L’accordo prevede che ogni Stato Membro assicuri ad ogni persona al di sotto dei 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale.
  • I capi di stato e di governo hanno deciso nel corso del Consiglio europeo di febbraio 2013, di destinare 6 miliardi di euro, poi saliti a 8, del Quadro finanziario pluriennale2014-2020 a favore della lotta contro la disoccupazione giovanile.
  • La Commissione europea ha inoltre presentato diverse altre proposte in materia di occupazione giovanile, in merito alle quali il Parlamento europeo si è pronunciato adottando posizioni formali note come "risoluzioni". E molte altre sono ancora in fase di studio.

 

Nonostante questi progetti molti sono ancora gli ostacoli che ne limitano o impedisco la piena operatività. Per esempio, numerosi esperti sostengono che la revisione dei percorsi scolastici volti ad una maggiore integrazione con il mondo del lavoro non debba poi tradursi in un tentativo di replicare il sistema tedesco che presenta lacune su altri fronti e che sarebbe difficilmente accolto in molti paesi. Inoltre, la principale proposta a livello europeo, ovvero l’introduzione della Youth Guarantee, stenta a decollare in mancanza di fondi e strutture adeguate e per ora rimane solo sulla carta.

 

Per discutere di questi temi e rispondere alle domande che i diretti interessati, ovvero voi che ci state leggendo, gli rivolgeranno, il commissario europeo per l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione László Andor parteciperà venerdì 15 novembre alle 15 alla tavola rotonda "Generation Jobless: quale ricetta europea?" nella quale interverranno anche Alessandra Del Boca, Consigliere del Consiglio Nazionale economia e lavoro e Maurizio Ferrera, Professore di Politiche Sociali e del Lavoro, Università di Milano e Consigliere Scientifico, ISPI.

 

Inoltre l’ISPI School organizza numerosi corsi su tematiche europee. Ecco il calendario dei prossimi corsi in programma.


@Marco_Villa_

 

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Tags: 
Europa
politiche europee
lavorare in europa
UE
Unione Europea
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