Questo secondo giorno nei Territori Palestinesi Occupati volge al termine..è stata una lunga giornata, densa di impegni e costellata di forti emozioni..partiti da Betlemme di buon mattino, abbiamo raggiunto il museo Yad Vashem di Gerusalemme, dedicato all’Olocausto.
Prima di entrare al museo, abbiamo potuto approfittare della cortese disponibilità della nostra guida, con la quale abbiamo avuto un momento di confronto.
Pur non condividendo, personalmente, il punto di vista dalla stessa espresso con riferimento alla politica israeliana in relazione al tormentato rapporto con il popolo palestinese, credo di poter parlare a nome di tutti nel riconoscere l’utilità formativa del momento, che ci ha dato la preziosa possibilità di comprendere gli stati d’animo, le certezze e le paure dell’israeliano medio. Con riferimento alla visita al museo, ciò che vi è contenuto rappresenta un’impressionante testimonianza dell’orrore perpetrato dalla stupidità e dall’ignoranza umana e consiglierei a chiunque di visitarlo e soprattutto di “sentirlo”.
Verso ora di pranzo abbiamo raggiunto un altro luogo pregno di significato, un altro museo (all’aperto) della stupidità umana: Hebron.
Passeggiare, scortati dallo staff del TIPH, per le strade della città dei Patriarchi ha suscitato
in me un tumulto di emozioni: dalla rabbia dei check point all’angoscia delle strade fantasma, dall’incredulità nel vedere coloni armati di mitra andare a fare compere al piacevole senso di smarrimento nell’immergersi nel “colorito” mercato palestinese, dall’angoscia (ancora una volta, ma non trovo altri termini) del camminare sotto un cielo “reticolato” (reti predisposte per evitare che i coloni continuino a gettare, dall’alto, sassi sulle teste dei palestinesi) alla gioia nel vedere i sorrisi dei bambini palestinesi che usano tutta la loro inventiva per cercare di venderti i loro braccialetti o, semplicemente, per sentirsi considerati e rispettati.
La giornata si è conclusa come meglio non poteva: dopo cena, un gruppo di ragazzi palestinesi, vecchi amici di Francesco, sono venuti a prenderci in hotel per portarci a visitare Beit Jala, piccolo e vivace centro alle porte di Betlemme.
Si e passeggiato, si è bevuta una birra insieme e si è piacevolmente conversato, si è fraternizzato.
Mai vista in vita mia gente più disponibile ed amichevole..Ormai la notte incombe e ci si va a riposare e ricaricare per un nuova lunga ed impegnativa giornata, ma ciò che posso assicurare a tutti coloro che seguono da lontano questa nostra avventura è “nulla di banale in questa terra..”